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      278.) si deprime con impeto lo stantuffo, se ne à un tal riscaldamento, che un pezzetto d'esca vi si accende: il che importa una temperatura di 300°. Avviene altrettanto con qualsivoglia altro gasse. Operando poi allo scuro, e comprimendo l'aria, o il cloro, o meglio l'ossigene, si vede eziandio un lampo di luce; non così, se si sostituisce a questi gassi l'idrogene, il nitrogene, o l'acido carbonico. Con due volumi d'idrogene ed uno di ossigene si forma l'acqua, s'ode una forte detonazione, e scocca una vivida luce. La quale devesi certamente a qualche azione chimica, determinata sempre dal calore, cui eccita la compressione: dacchè anche i tre gassi sopra eccettuati, quando sono compressi, scarcerano calorico sufficiente ad accendere qualche polvere non bisognosa, per bruciare, di combinarsi all'ossigene o al cloro.
      Dimostrazione della 2a parte. I. Se nelle sperienze di Colladon e Sturm il disco di rame dopo il terzo colpo non si riscaldò più, ciò avveniva, perchè i colpi successivi non davano una compressione permanente; ma la condensazione era seguìta da ritorno al primiero volume: nella quale restituzione, dovuta all'elasticità, rimaneva occultato tutto il calorico svoltosi nella compressione. II. Altrettanto dee dirsi della restituzione dei liquidi: mentre l'indice del termometro torna al suo posto, al cessare del colpo comprimente. III. Si colloca un termometro di Breguet sotto la campana pneumatica; e mentre l'aria si rarefà, si vede l'ago piegare dalla parte indicante freddo.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





Colladon Sturm Breguet