5° il calorico svolto per attrito è vario secondo la natura, e la costituzione delle superficie stropicciate. Dacchè il piombo si scalda più dello stagno, questo più del ferro, il sughero meno del vetro, della gomma lacca, dell'argento, ed in genere degli altri metalli; il raso bianco più del nero, il vetro smerigliato il doppio del liscio.
6° Quest'ultima legge favorisce l'idea che la cagione prima del riscaldamento sia l'agitazione moleculare, e che il calorico non sia che un movimento. Tanto più che quella legge sembra avverarsi anche nelle azioni chimiche. Dappoichè quanto è più energica la forza che unisce le molecole eterogenee, e quindi più impetuoso il conflitto moleculare, tanto maggiore abbondanza di calorico si svolge. Sebbene, al trar de conti, la quantità totale sia identica in ambedue i casi: dacchè, se al calore, che ottiensi combinando l'acqua coll'acido solforico allungato, si aggiunga quello che si destò nell'allungarlo, la somma uguaglia il calorico svolgentesi dall'acido anidro.
7° Negli attriti, compressioni, trasfigurazioni, stiramenti di fettucce elastiche, oscillazioni, azioni chimiche, reazioni elettriche (66. III. 10°) vi à spesa di un certo lavoro, ed apparizione di calorico; e ciò precisamente nel sito, come nell'esperienza di Leroux (II. 1°), ove il moto è distrutto. Viceversa: un vapore riscaldato si dilata, spinge uno stantuffo, e si raffredda: un gasse non riscaldato si espande nel vuoto, sviluppa il lavoro della sua espansione, e si raffredda: un nastro assai stirato di gomma elastica, e abbandonato a se stesso, s'accorcia creando del lavoro, e si raffredda.
| |
Leroux
|