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      Facciamo inoltre che al foco principale (fra M ed N) di questa lente la cassetta medesima abbia un'asola per introdurvi una lastra (V) di vetro, su cui sieno delle pitture semitrasparenti; e che in fine all'altro estremo (C) porti un'altra lente, la quale disti dalla prima (F) più di una sua distanza focale principale. Avremo appunto la lanterna magica.
     
      Colla quale si ottiene, sopra una tela, l'imagine assai ingrandita delle pitture sopraddette, o di qualunque siasi oggetto semitrasparente stretto fra due lastrine di vetro (in MN). Infatti la luce della fiamma, resa parallela dallo specchio, imbatte prima sulla gran lente (F), e raccogliendosi al foco principale di questa, illumina fortemente l'oggetto (MN), e quindi si presenta alla seconda lente (C), come se provenisse dall'oggetto stesso. Ma poichè questo à dalla lente esterna (C) una distanza maggiore della focale principale; se ne dovrà ottenere a distanza anche grande l'imagine reale, capovolta, ed ingrandita. Alla qual distanza se si collochi un foglio di carta, o una tela semitrasparente, si avrà una pittura visibile per diffusione e per trasparenza.
      La lanterna magica prende nome di fantasmagoria, quando è posata sopra un carretto, allo scopo di avvicinarla o allontanarla dalla tela; e così ottenere un graduale impiccolimento o ingrandimento dell'imagine, che dia l'illusione di un vero allontananmento o avvicinamento dell'oggetto. Si intende già che il moto del carretto deve produrre anche un moto della lente (C), affinchè i raggi costituenti l'imagine abbiano costantemente i loro fuochi sulla tela.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428