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      Questa modificazione fu proposta da Roberston in Francia nel 1798. Possono anche unirsi due fantasmagorie, e porre in esse due oggetti (in una, per esempio, un paesaggio a ciel sereno, nell'altra il paesaggio stesso a cielo nuvoloso) con tal disposizione, che le due imagini si formino nel medesimo sito della tela. Tenendo dapprima coperto uno di questi oggetti, e scoperto l'altro, e poi scoprendo il secondo nel tempo stesso che si ricuopre il primo, si otterranno dei passaggi e delle mutazioni le più illusorie e meravigliose; che chiamansi quadri dissolventi. Questi sono di recente invenzione. Che se lo strumento sia reso atto a dare le imagini anche di grandi oggetti, prende (da megas, grande) il nome di megascopio.
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      Adesso è molto in uso la lente delta Sthanope, che è (fig. 48.) un cilindretto di vetro terminato in due superficie convesse. Si adopera appoggiando l'oggetto semitrasparente sopra una delle due dette superficie, ed applicando l'occhio all'altra. Anzi si è anche principiato ad annettere stabilmente ad un anello, o alla testa di uno spilletto, un piccolo vetro, su cui trovisi disegnata una fotografia microscopica, e vi si è adattato stabilmente questo cilindretto di uno o due millimetri di diametro; ed è una meraviglia a vedere distintamente un quadro rappresentante un gruppo di più decine di persone, grandi quasi al naturale, racchiuso nello spazio di una testa di spillo. Ma negli altri microscopii (fig. 50.) la lente (L) è tenuta ferma da un braccio stabile (E); come pure vi è un sostegno (P) per l'oggetto; e di più per uno specchietto (S) concavo si concentra sull'oggetto quella maggior quantità di luce, che è necessaria, affinchè questa collo sparpagliarsi conservi una intensità sufficientemente efficace sulla retina.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Secondo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 428

   





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