Per la qual cosa non daremo alle sopraddette appellazioni altro valore, che quello delle apparenze. E veramente stando a queste, due azioni totalmente contrarie, come sono quelle della elettricità del vetro e della resina, meritano due nomi diversi. E se mai si arriverà a dimostrare, che l'agente, da cui sono emesse quelle azioni, è proprio uno solo; sempre sarà utile seguitare a distinguere una dall'altra le due elettricità: come si deve distinguere il vento di aquilone da quello di austro, benchè ambidue sieno prodotti dall'aria medesima. Anzi per tenerci sulle generali e non pregiudicare la questione, seguiteremo a tenere il linguaggio già da noi adottato nel trattare del magnetismo; cioè diremo omonime due elettricità vitree, o due resinose, e chiameremo eteronima l'elettricità vitrea in confronto alla resinosa, e viceversa.
(46) Le sostanze meglio elettrizzabili sono le seguenti: pelle di gatto, vello levigato, lana, piume, legno, carta, seta, gomma lacca, resina, solfo. Ciascuna di esse prende l'elettricità vitrea, se venga strisciata con una di quelle che la segue; prende poi la resinosa, nell'attrito con una di quelle che la precede.
(47) Nè fanno opposizione i fatti riportati da Faraday e qualunque altro fatto consimile, pel quale si veggono cessare le azioni elettriche ad una distanza bastantemente grande dall'adielettrico, e rinforzarsi a minor distanza da questo, ossia dove l'attraendo è anche più riparato. Imperocchè, a volere anche supporre che non vi sia o nella lamina riparatrice o nell'aria veruna condizione, la quale nelle minute sperienze fatte con ripari e sopra corpi assai piccoli, disturbi l'effetto principale; i fatti obbietti debbono aversi in conto di eccezioni: come quelli della diffrazione della luce, e dell'adiatermità della reticola metallica nella lampada di Davy, non fanno che un'eccezione alla legge del cammino rettilineo della luce e del calorico.
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Faraday Davy
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