deferente comunicante col suolo. il che avendo esso fatto, vide in tutti i detti pendoli l'elettrico omonimo all'influente; e ne dedusse che su tutto il cilindro influito debba esistere l'una e l'altra elettricità: ma con questa differenza che la omonima all'induttrice à intensità minima nell'estremo prossimo, e massima nel remoto, e viceversa l'eteronima. Quando la cosa fosse così; non si saprebbe più dare una spiegazione soddisfacente dell'influsso. Ma così non dev'essere: sia perché ciò non sembra provato dalle esperienze di Melloni, sia perchè l'opposto è fondato sopra esperienze in numero ed in evidenza ineluttabili: fra le quali è di grande interesse un'ultima elegantissima del Professor Zantedeschi, fatta appositamente con un suo speciale elettroscopio, e varie altre istituite dall'altro celebre Fisico italiano Belli. Quello che sembra potersi dedurre dai fatti opposti dal Melloni è, che la elettricità omonima, nel caso che il corpo influito abbia sottosquadri, non va precisamente e solo nei siti remoti, ma in ogni luogo in qualche maniera riparato dall'azione dell'influente. Come pel primo dimostrò nel 1855 l'Autore di questi Elementi in un opuscoletto intitolato: Sulla nuova teoria della induzione elettrostatica proposta da Macedonio Melloni, parere del professor Francesco Regnani.
(51) Ma non è vero ciò, che aggiunse Melloni nella sua teoria sopra accennata, che cioè la elettricità dissimulata sia priva di ogni tensione apparente e sensibile. Perchè due elettricità, che esercitano un vicendevole influsso, si attraggono scambievolmente, come sanno tutti i Fisici: e due corpi esposti all'inflenza di un solo, e comunicanti col terreno, e però dotati della sola elettricità eteronima all'inducente, ossia della sola latente, si respingono a vicenda.
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