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L'inargentatura, la indoratura galvanica, e la galvanoplastica sono applicazioni della decomposizione dei sali per mezzo della corrente. Si versi in una capsula coibente (fig. 184.) una soluzione di cloruro d'oro, o d'argento, secondo che si tratta di doratura o argentatura: dopo ciò per mezzo di un'asta melallica (B), comunicante col reoforo -°, si tenga immersa nella detta soluzione la medaglia (A), il candeliere, l'oggetto insomma da dorarsi, od argentarsi. Ad un'altra asta (D) si annetta il reoforo +°, ed un pezzo (C) del metallo, che è la base del sale; affinchè possa pescare nella soluzione del sale medesimo. La corrente elettrica fa precipitare e aderire all'elettrodo -° il metallo sciolto nel sale; e discioglie il metallo sospeso all'elettrodo +°, e così la soluzione si mantiene costantemente satura. E questa è la doratura, o argentatura galvanica, ideata fin dal 1803 da Brugnatelli scolaro di Volta, ed eseguita con successo primieramente da Delarive. Se poi si voglia prendere l'impronta di una medaglia o di qualche altro oggetto, è necessario che lo strato metallico depositato su di esso sia più grosso e possa staccarsi dall'originale. Per la qual cosa questo si ricopre di piombaggine, e poi s'immerge in una soluzione di solfato di rame, tenendo la piombaggine in comunicazione col polo -°; e nella soluzione si fa pescare un pezzo di rame, comunicante col polo +°. Tale è il principio fondamentale della galvanoplastica, inventata in Russia da Iacobi nel 1838; e così chiamata da plasmo formare, e dal nome di Galvani, che diede il primo passo nella via, che metteva a questa scoperta.
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