ALFABETO DI MORSEa.-
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Per la qual cosa, producendo sulla carta questi segnali a incavo, e separandoli con uno spazio intatto; dal loro insieme si avranno le parole, e gli interi dispacci.
Qui per altro si avverta che la corrente, la quale scorre pel filo telegrafico, quando à percorso un dieci kilometri è talmente snervata, che non può più comunicare all'elettromagnete una forza sufficiente per imprimere i detti segnali. Ond'è che si suole ricorrere ad una seconda corrente, la quale si eccita alla stazione stessa del corrispondente, ed è chiamata locale per distinguerla da quella che va da un paese all'altro, e dicesi della linea. Quest'ultima non à altro ufficio che di far chiudere il circùito della prima, ed è la locale quella che imprime sulla carta i segni telegrafici. il perchè diviene indispensabile l'uso di un altro attrezzo (fig. 205.) chiamato il ricambio, e con linguaggio barbaro il relè; termine preso da quello che i francesi danno ai cavalli freschi (chevaux de relais), che vengono sostituiti per continuare il viaggio a maggior distanza. Dacchè la corrente (LT) della linea, prodotta da 25 elementi alla Daniel, è sufficiente a magnetizzare, anche alla distanza di 160 chilometri, l'elettromagnete (E) del ricambio, e chiedere quindi (spingendo la coda (p) dell'àncora (A) contro il bottone (n) assai prossimo) il circuito della corrente locale (cmnpoZ). E questa, sebbene eccitata da soli 4, o 5 elementi (non dovendo percorrere che un brevissimo spazio) à la forza per muovere (fig.
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Daniel
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