Newcomen, artista di Dartmouth, concepì l'idea di servirsi delle trombe ordinarie, e di metterle in movimento col sistema o stantuffo di Papin. Si associò ad un altro artista Cawley, e poi con Savary; e nel 1705 costruì la prima macchina, che sia stata adoperata con successo ad asciugare le miniere, e che è conosciuta sotto il nome di macchina atmosferica. Un corpo di tromba (fig. 264.) munito di un grande stantuffo (S) comunica al suo fondo colla caldaia, in cui si forma il vapore; e l'asta dello stantuffo è attaccata, per mezzo di una catena, ad una leva assai forte chiamata bilanciere (BB'), di cui l'altra estremità (B) sostiene l'asta della tromba, che si vuol fare agire. A quest'asta medesima era annesso un grosso peso (P), capace di sollevare quasi da sè lo stantuffo grande (S). Per la qual cosa il vapore, a temperatura non molto alta, poteva intromettersi sotto lo stantuffo grande, e compir l'opera, alla quale non era sufficiente il contrappeso (P); e così il piccolo stantuffo della tromba veniva ad essere abbassato. Allora iniettando dell'acqua nella parte inferiore del cilindro, in cui giuocava lo stantuffo grande, si faceva qui il vuoto, e la pressione atmosferica spingeva in basso lo stantuffo medesimo (S), ed in alto quello della tromba con tutto il contrappeso (P). Da principio il raffreddamento si operava, facendo passare una corrente d'aria in un inviluppo esteriore, che racchiudeva il cilindro. Ma poi l'ingresso accidentale dell'acqua nel cilindro, per un piccolo foro apertosi nello stantuffo, avvisò gli inventori, che era meglio iniettare l'acqua fredda nel cilindro medesimo.
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