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      CAP. II. - IL PERIODO SOTIACO.
      NOI NON AVREMMO DA AGGIUNGERE MOLTO INTORNO ALL’ANNO VAGO, SE IL SUO COMINCIAMENTO NON FOSSE STATO MESSO DAGLI EGIZIANI IN RELAZIONE SIMBOLICA CON UN FENOMENO CELESTE IMPORTANTISSIMO NELLA LORO CRONOLOGIA E NELLA LORO LITURGIA RELIGIOSA, CIOÈ COL LEVARE ELIACO DI SIRIO. È NOTO CHE IL SOLE, NEL SUO MOTO ANNUO DA OCCIDENTE IN ORIENTE LUNGO L’ECLITTICA, OCCULTA SUCCESSIVAMENTE CO’ SUOI RAGGI LE COSTELLAZIONI ZODIACALI E QUELLE DELLE ZONE CIRCONVICINE, IN GUISA CHE DURANTE UN CERTO TEMPO È IMPOSSIBILE OSSERVARLE AD OCCHIO NUDO. IL FINE DI UNA TALE OCCULTAZIONE SI HA, QUANDO IL SOLE È ABBASTANZA PROCEDUTO VERSO ORIENTE PERCHÈ LA STELLA DIVENTI VISIBILE AL SUO LEVARE PER ALCUNI ISTANTI, PRECEDENDO IL SOLE NEL CREPUSCOLO MATTUTINO. QUESTA VISIBILITÀ DURA DA PRINCIPIO SOLO BREVE TEMPO, E IL PRIMO GIORNO IN CUI ESSA HA LUOGO È QUELLO DEL LEVARE ELIACO. NEI GIORNI CONSECUTIVI IL SOLE SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ DALLA STELLA, IL LEVARE DI QUESTA PRECEDE IL LEVARE DEL SOLE DI UN INTERVALLO SEMPRE PIÙ LUNGO, E LA VISIBILITÀ DELLA STELLA NELLE ORE MATTUTINE ACQUISTA UNA DURATA SEMPRE MAGGIORE.
      IL FENOMENO DEL LEVARE ELIACO, CHE HA COSÌ GRANDE IMPORTANZA NELLA STORIA DELL’ANTICA ASTRONOMIA, SUCCEDE UNA VOLTA ALL’ANNO PER OGNI STELLA, ED IN UN’EPOCA, CHE DIPENDE NON SOLO DALLA POSIZIONE DI ESSA RISPETTO AL CORSO ANNUALE DEL SOLE NELL’ECLITTICA, MA BEN ANCHE DALLA PROFONDITÀ A CUI IL SOLE DOVE TROVARSI SOTTO L’ORIZZONTE QUANDO IL CREPUSCOLO MATTUTINO È ABBASTANZA INTENSO PER RENDERLA INVISIBILE. ORA QUESTA PROFONDITÀ (DETTA ARCO DI VISIONE DAGLI ASTRONOMI GRECI) DIPENDE DALL’INTENSITÀ DELLO SPLENDORE DELLA STELLA, E PER SIRIO AMMETTEVASI DAGLI ANTICHI ESSERE 10° O 11°. NEL GIORNO DEL LEVARE ELIACO DOVEVA DUNQUE SIRIO PRESENTARSI ALL’ORIZZONTE MATTUTINO NELL’ISTANTE IN CUI IL SOLE ERA ANCORA 10° O 11° SOTTO L’ORIZZONTE STESSO. È QUINDI FACILE VEDERE CHE LA DATA DI QUESTO GIORNO DOVEVA VARIARE ANCHE COLL’OBLIQUITÀ DELLA SFERA, OSSIA COLLA LATITUDINE DEL LUOGO DI OSSERVAZIONE. COSÌ PER ESEMPIO, TOLOMEO HA CALCOLATO CHE AI SUOI TEMPI A SIENE, CIOÈ AI CONFINI MERIDIONALI DELL’EGITTO, IL LEVARE ELIACO DI SIRIO DOVEVA SUCCEDERE SETTE GIORNI PRIMA CHE AD ALESSANDRIA. QUINDI L’EPOCA DEL FENOMENO NON PUÒ DIRSI BEN DETERMINATA SE NON IN QUANTO SI ASSEGNA IL PARALLELO IN CUI SI SUPPONE FATTA L’OSSERVAZIONE. TUTTO PORTA A CREDERE CHE PRESSO GLI EGIZIANI LE OSSERVAZIONI DEL LEVARE ELIACO DI SIRIO E IL CALCOLO PREVENTIVO DELLA DATA DEL MEDESIMO, FOSSERO ADATTATI AL PARALLELO DI MENFI, CHE NELLE EPOCHE PIÙ REMOTE DELLA STORIA EGIZIANA, CIOÈ FINO ALL’INVASIONE DEI PASTORI, ERA LA CAPITALE DELL’EGITTO E IL CENTRO DELLA RELIGIONE. MA, COME LE OSSERVAZIONI EFFETTIVE DI QUESTO GENERE SONO SEMPRE SOGGETTE AD INCERTEZZA DI PARECCHI GIORNI A CAGIONE DEGLI INGOMBRI CHE SPESSO OCCUPANO L’ORIZZONTE E SPECIALMENTE DEI VAPORI CHE IMPEDISCONO DI VEDERE UNA STELLA ESATTAMENTE NEL PUNTO DEL SUO LEVARE, COSÌ SI COMPRENDE CHE IN PRATICA SI POTESSE CONSIDERARE IL CALCOLO FATTO PER MENFÌ COME APPLICABILE A TUTTO L’EGITTO.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336