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      .. destra e di uno pesante del piede sinistro. A una certa epoca il dottore poté constatare che anche il braccio destro stentava a svilupparsi; tutta la parte destra restava povera mentre l'altra si sviluppava esuberante di ossa di carne di grasso. Pareva un bambino cucito insieme di due parti di altri bambini. Il dottore che, oramai, sapeva come dovesse trattare Amelia, sentenziò: «La qualità acquisita, per ragioni misteriose, deve essere stata sviluppata nell'ambiente». E Amelia ch'era ritornata al suo Darwin fece, benché dolcemente, il suo primo rimprovero al marito: «Avresti dovuto far fare giornalmente ginnastica alla tua parte destra». Per fortuna non pareva che Amelia avesse dovuto avere altri figlioli. Essa continuava, benché senza speranza, la lotta con la malattia del suo rampollo. La giornata era piena di cure per il marito e per il figliolo. C'era una stanza del palazzo piena di strumenti ortopedici tutti appaiati, uno piccolo e uno grande e Amelia li teneva essa stessa in ordine. Giammai fu intrapresa più assidua una lotta contro la malattia. Merti, commosso, faceva anche lui le cure con tutta energia perché avendo indovinato il desiderio della moglie, voleva con tutte le sue forze riparare al mal fatto. Si curava. Ingoiava pillole e acque diverse, si applicava impiastri, faceva le ginnastiche più varie. Per consiglio di un medico andò anche a cavallo ma alla terza lezione cadde malamente ledendosi la gamba sinistra. Fu portato in lettiga a casa e nel primo dolore confessò alla moglie l'intimo animo suo: «Ed io che miravo solamente a soddisfare il tuo desiderio di bambini sani». Amelia non fu né sorpresa né commossa che si facesse tanto per la sua felicità. Non viveva ella stessa allo stesso scopo?


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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