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      Quand'egli scopriva un colore interessante in Laguna la signora Anna si arrampicava alla finestra per vederlo e poi chiamava Italia ad ammirarlo. La veneziana che nella sua passata vita non aveva avuto occasione di ben comprendere e amare le bellezze naturali della propria patria vi si era tanto assuefatta che ora le insegnava spesso lei al signor Giulio. Così fu lei a scoprire che a certe ore in Serenella bastava alzarsi di pochi centimetri per veder cambiarsi lo spettacolo. Occorreva che l'acqua non fosse né bassa né alta; stesse per abbandonare o per invadere la palude. Allora dalla riva bastava montare a un metro di altezza per scoprire i laghetti che si formavano nella palude, limpidi, i contorni capricciosi. Poi il signor Giulio trovò che salvo nelle ore di gran piena a tutte le ore, alzandosi di poco, lo spettacolo mutava. Subito, alzandosi magari sulle punta dei piedi, gli scorci dei canali lontani s'allargavano e ciò non era poco importante in giornata di sole dove ogni striscia di canale equivaleva per luce e colore ad una striscia di cielo.
      Con tutto che il signor Giulio vivesse si può direIV
      LA MEMORIA E IL TEMPOL'avvenire dei ricordi
      Un paese lontano dall'Italia e da Trieste. Roberto ricordava meglio che il paese stesso, la crisi che ce l'aveva portato. Cioè l'enorme viaggio. Verona! Un omnibus d'albergo dalle grandi finestre e anche due specchi adorni che cantavano come il veicolo sobbalzava sull'acciottolato. Ricordava l'arrivo e la partenza e non il soggiorno, probabilmente una notte dal sonno profondo dopo la giornata di ferrovia.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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