Non lo aveva visto forse da dieci anni. Eppure erano stati molto intimi molti anni prima quando Erlis era un ragazzo e il vecchio che ora doveva contare oltre i 70 anni un uomo molto maturo. Miller era il padre di un cognato di Erlis. La sorella di Erlis era morta giovanissima di parto lasciando una bambina che pochi mesi appresso era morta anch'essa di difterite. Il vedovo abbandonò la città, si sposò un'altra volta e così avvenne un totale distacco fra le due famiglie quando i genitori di Erlis erano ancora vivi. Anche il vecchio Miller doveva aver passato parecchi anni lontano da Trieste in casa del figliuolo. Un po' bizzarro ed esigente - come Erlis aveva appreso da certi amici comuni - il vecchio non aveva saputo andare d'accordo con la nuora ed era ritornato a Trieste ove viveva di una pensione non grande ma sufficiente ai suoi bisogni. I Miller eran stati importanti nella vita giovanile di Erlis. Quel vecchio da uomo pratico lo aveva qualche volta stimolato ad abbandonare i suoi sogni di letteratura e dedicarsi alla vita pratica. Anche il giovine cognato lo aveva spinto a maggiore serietà nella vita. Egli aveva tollerato le loro istruzioni che allora credeva sbagliate sapendo che lo amavano. Dal canto suo egli li aveva assistiti fraternamente nelle loro tante disgrazie. L'ultima, la morte della bambina aveva fatta una enorme impressione ad Erlis e l'aveva descritta ed analizzata più volte in certi abbozzi di novelle che non aveva mai terminate e che giacevano tuttavia indistrutte in un suo cassetto la cui esistenza era ignorata persino dalla moglie.
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