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      Essa ancora non aveva ringraziato per l'esaudimento della sua preghiera. Lo fece nel breve spazio di tempo che le occorse per percorrere il corridoio. Non rallentò il passo per poter dedicare più tempo alla preghiera. Pensò: "Si prega benissimo anche accanto a lui". E sorrise maliziosamente. Era un modo di tradirlo.
      Roberto giaceva tuttavia esausto. La respirazione sua era oramai libera. Il dottore gli aveva gridato nelle orecchie: «Ecco che arriva la perfetta euforia». La parola strana s'era confitta nel suo orecchio e lui l'accarezzava proprio come essa accarezzava lui. Sentiva anche tale euforia. La respirazione è una della principali attività del nostro organismo e riaverla intera è una grande prestazione. Avrebbe potuto dormire senza la compagnia di mostri e di catastrofi.
      Quando vide rientrare la moglie le sorrise: «Questa volta» disse «non ci fu bravura da parte mia. Tutto compreso fu una cosa poco dolorosa. Qualche cosa m'opprimeva, ma il buono era che non c'era la possibilità di protestare. Tutto il mondo s'era convertito in oppressione. Perciò era mio il torto se mi ci trovavo. Non restava da far altro che di adagiarsi nell'oppressione».
      Essa non seppe che dire. Ogni sua parola la commoveva. Se il dottore non avesse esitato prima di staccarsi da lei essa si sarebbe sentita più leggera. Così invece essa lo sapeva tuttavia in pericolo. E sembrava che anche lui lo sapesse. La sua parola era perciò tuttavia diIII
      Sembrava dormisse. Più volte la signora lo guardò e senza moversi ritornò al suo libro.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387