Raffaele Petrilli
La Muta all'assedio di Civitella del Tronto nell'anno 1861


Pagina 8 di 21       

%


     Venne perciò poco dopo ordinato il marche, e tutta quella gente si pose in marcia. La fanciulla però, che aveva udito e capito il discorso, prese a disperarsi. Tentennava, se dovesse o no avvisare il capitano, ed il suo amante, convinta com'era del pericolo che correva. — Ma che non può l'amore? Si decise. Scelse la via più breve, onde arrivare in tempo, e girando e rigirando per i sentieri a sghimbescio, saltando come capriolo lungo i scoscendimenti arrivò, che i borbonici distavano un mezzo chilometro dal luogo, ove stavansi i liberali, e si distendevano già in cordone per circuirli.
     Ma accortisi gli assalitori dal rumore che lei faceva, correndo attraverso i vigneti, che qualcuno li precedeva per avvisare il capitano piemontese del pericolo che lo minacciava, tirarono delle fucilate alla sua volta. Una palla sfiorò la testa della fanciulla, che in un baleno si trovò nella fattoria, dov'era il capitano, e che trovò colla porta spalancata, la sentinella che sonnacchiava, ed il sergente sdraiato sopra una panca nel cortile. Entrò, ma entrandovi cadde stramazzoni a terra, che non ne poteva più dall'ansia e dallo spavento, ed a quel tonfo il sergente balzò in piedi. Vide la fanciulla, la riconobbe: la chiamò, ma essa non rispondeva. Poté far capire soltanto a furia di gesti, che i nemici erano vicini.
     Il prode soldato, comprende tutto, corre ad avvertire il capitano nel piano superiore, fa suonare la tromba a raccolta, dà il segno dall'armi, sveglia i soldati, ed in colonna serrata questi muovono incontro agli assalitori. In un momento le fucilate dall'una parte e dall'altra succedono alle fucilate, ma i borbonici sono sgominati, che s'erano sparsi qua e là per circuire il sito, non sospettando il tradimento.