Ma quando tutto era pronto per festeggiare il decennale dello Scudo d'Abruzzo, su organizzatori ed appassionati che attendevano con ansia la settimana motoristica teramana arrivò la doccia fredda. Il giorno 25 giunse al Moto Club “Olga Petrella” il telegramma della direzione generale dell'ANAS (inviato anche alla Questura) che dichiarava sospeso il collaudo del Circuito del Castello sul quale si sarebbero dovute disputare le competizioni motoristiche, a causa delle precarie condizioni del fondo stradale, che avrebbero messo in pericolo l'incolumità degli spettatori. Dopo l'approvazione ministeriale il veto posto dall'ANAS di fatto vanificava il lavoro svolto in mesi e mesi per le più importanti manifestazioni che avrebbero animato il primo Giugno Teramano, presieduto dal sindaco Carino Gambacorta.
La sospensione viene commentata molto polemicamente sulle testate locali. Su Il Messaggero viene sottolineato come le manifestazioni motoristiche, che rappresentavano il cardine del Giugno Teramano, servivano a rinvigorire “l'esausta economia teramana del settore commercio, ormai ridotta ai minimi termini da un sistema che merita una larga riforma di concetti fiscali […] Vietare la disputa del Circuito del Castello e dello Scudo d'Abruzzo significa mutilare una cittadina senza discernimento alcuno”. (85) Il Tempo rincara la dose polemizzando con la decisione “voluta al burocrate freddo nelle sue decisioni prese nel chiuso della sua stanza protetta dagli uscieri. [...] La decisione durissima annullava ogni entusiasmo distruggendo lavoro e denaro di enti e di privati, spesi onestamente. [...] Privare la città di Teramo delle due manifestazioni così care alla popolazione che traeva motivo di benessere dal traffico conseguente, vuol dire dimezzare l'economia teramana, distruggere iniziative le quali costano sacrifici e fatiche personali”. (86)
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(85)
Cfr. “Il Circuito del Castello e lo Scudo d'Abruzzo saranno ormai per i teramani
solo un ricordo” ne Il Messaggero del 30 giugno 1957.
(86)
Cfr.”Negata l'effettuazione del X Scudo d'Abruzzo” ne Il Tempo del 28
giugno 1957.
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