Stai consultando: 'La grammatica ed il lessico del dialetto teramano. Due saggi', Giuseppe Savini

   

Pagina (26/207)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Copertina      Pagina


Pagina (26/207)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Copertina




La grammatica ed il lessico del dialetto teramano.
Due saggi
Giuseppe Savini
Ermanno Loescher Torino, 1881, pagine 207

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   __ 27 __
   cose in cui si mettono, ed oltre di essere stato uno storico insigne, un critico sottile, un profondo canonista, un dotto apologista, fu eziandio un grazioso e facetissimo poeta in vernacolo. Fra le tante sue poesie è rimasto popolarissimo uno scherzo, che egli compose verso il 1820, o giù di 11, sul Capitolo Aprutino di cui egli faceva parte; anzi alcuni versi si odono tuttora dalle bocche del nostro popolo.
   Eccone il principio. Fingeva che una vecchia bizzoca parlasse ad una sua comare.
   Q.uanne stinghe sóla sóle E che nne mme vete hóme,
   O U o U O*
   Me ne vàche su lu Dòme
   O o o u
   Lf canungce a gguardà. 'Dimme tu, sora mi care
   Dimme tu, s' aj' arraggióne, ecc.
   E quindi facendo la rassegna dei canonici in coro per ordine d'anzianità, quando giungeva all'autore dello scherzo, soggiungeva :
   Pù se ne ve, Madonna scambgce, 'Llu grassóne brutte brutte, Cullù pù lu cchiù de tutte Andepàteche mme sta. E' de Gamble, e tant'abbaste ! Che ppò esscj ? nu cucciane ecc.
   Viene secondo il signor Pietro Marcozzi, morto un qua-rant'anni fa. Pare che egli poco coltivasse la musa vernacola, ma dal saggio che ne darò, si vedrà che fece male, perché ebbe molta vena poetica. È un sonetto che egli scrisse nel 1816 quando apparve in ciclo una cometa di straordinaria grandezza, e che perciò nel volgo destò timori grandissimi; timori che pur troppo si videro verificati nell'anno seguente 1817, anno nefasto per noi, e di grandissima penuria e mortalità. Eccolo:

Scarica