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relativo ed il fatto a cui si riferisce, ') scrive: « Quanto differenti erano le epigrafi che i liberi « e ben governanti camplesi incidevano nelle fac-« ciate delle loro case, forse nello stesso secolo! « Eccone alcune rimaste: Patriae està fidetis. Pa-« cem semper inquirito. Moderata durant ».
Il pensiero nobilissimo del Palma, l'encomiabile allusione alla libertà ed al buon governo non andarono, naturalmente, a garbo del revisore il quale ordinò di sopprimere e volle pure correggere, al foglio 277 del ms., l'anno della morte di Ferdinando I (il monarca « zero » del noto epigramma) indicando il 1825, piuttosto che il 1824 segnato dall'autore.
L'animo del Palma, mentre attorno a lui cominciavano a maturarsi i destini della nazione, si era in parte quietato dopo il periodo di entusiasmo fecondo di attività conclusiva, ma il suo spirito, lo notiamo con legittimo compiacimento, si trovava già ad essere in rivolta con le convenzioni e gli ordini sociali del suo tempo. TI periodo soppresso dal revisore del Compendio, quelli amputati nel discorso e l'attacco generoso del Palma contro il governo ohe non sa i nostri bisogni, si completano e s'integrano a vicenda; illuminando la figura del nostro a. di una luce più chiara e per noi più simpatica di quella che emana dai documenti della vita militare.
Ben diversa intonazione avrebbero avuta gli ultimi scritti del Palma s'egli avesse serbata viva ed intatta la fiamma dell'entusiasmo da cui
1) v. pag. 148.