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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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    169
   nostris felieibus Castris prope Arnanum die XI. Augusti 1464. Reos Ferdinandus.
   Rob. Che contiene questa provisione?
   Giul. Ordina, che si restituisca certa quantità di grano, che gli uomini di armi suoi avevano tolto al Vescovo, ed ai Canonici Apru-lini, ed ai cittadini di Teramo nel territorio di S. Flaviano, e di Tortoreto, che fu poi restituito. Ma del conte Giulio, nè altri di sua famiglia, mentre lui visse, ho trovato tra le scritture della città, che se ne faccia mai menzione. Ho ben visto la copia di un privilegio del Re Ferdinando dato in Napoli il dì 30 d' Aprile 1469 nel quale esso Re ascrive, decora, ed illustra il detto conte Giulio (titolandolo Duca di Atri, e di Teramo) e suoi successori, ed eredi del cognome, ed insigne, sue arme di casa Aragona, e però veggiamo, che tutti i signori Acquaviva, che discendono dal conte Giulio (benché altri non credo, che si trovino nel Regno) aggiungono nell'antico lor cognome d'Aragona. E nel 1' armi , che anticamente fin al detto anno 1469 era un leone azzurro in campo d'oro il quarto dell'arme d'Aragona, cioè quella, che usava il Re Alfonso I. dopo che fu adottato per figlio della Regina Giovanna II. che già l'arme antica del Regno d'Aragona sono solo tre sbarre per lungo. La qual arme (dico quella ereditata dalla Regina Giovanna inquartata con le sbarre d'Aragona) anno poi continuato Re Ferdinando I. Re Al-fonzo II. Re Ferdinando, Re Federico suoi successori.
   13.
   Rob. Parmi aver udito, che i duchi di Atri di questi nostri tempi si titulano anco principe di Teramo, vorrei sapere per qual via ritengono tal titolo.
   Giul. A me sono ascoste la cagione, e la ragione per le quali così si titolano. Ma so bene, che niuno dopo Giosia ave avuto il dominio di Teramo. Il qual G osia in voce, ed in scritto si titolava, non già duca, nè principe, ma semplicemente signore di Teramo, e così dai cittadini era anco chiamato.
   Rob. Come sapete di certo, che Giosia si titolava Signore, e non altrimenti ?

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