demanial libertà. Poi conferma tutti i privilegi! degli antipassati
Re. Concede a quei, che hanno remissione delle parti, e senza interesse (fuorché a ribelli) indulto generale. Che l'Università possa e-leggere il capitano al governo della Città, da confermarsi da esso però. Che possa far statuti, ed ordinazioni, e secondo quelli la città governarsi. Che il Viceré della Provincia, e gli altri Ufficiali non s'intromettano nelle caose dei cittadini, ma le prime, e seconde cause civili si conoscano dalli Giudici del Civile, e le prime criminali dal capitano della città, e quelle d'appellazione dalla Gran Corte della Vicaria, o dal Sacro Collateral Consiglio. Che 1 cittadini siano franchi, liberi, ed immuni d'ogni gabella, fondaco, e Dogana per tutto il Regno. Che ad onore, e stato di S. Maestà la città possa collegarsi con qualsivoglia altra città del Regno, o fuori. Che Marco di Cappella, e. fratelli e loro famiglie, ed altre diciotto famiglie (che per brevità lascio di numerarvi) come ribelli di Sua Maestà, e persone inquiete, e perturbatori della pace della città siano in perpetuo scacciati, e non possano mai più nella città ripatriare. Che possa l'Università imponere, ed accrescere le gabelle presenti, e di nuovo riordinare delle altre fin alla somma di ducati 200 d'oro. E molte altre grazie concede, che vi sarebbe tedio, udendole recitar tutte. Nell'anno 1467 essendo alcuni mercanti della città molestati a pagare la mezza Apod/xa, s'ebbe ricorso al Re, il quale in un ordine dopo i titoli, e le prime parole, così comanda. Noi volemo, che l'Università et uomini della nostra città di Teramo, e le terre submesse all'Episcopato Aprutino, attento alli loro meriti, e servizii a noi prestati, che non siano obbligali, né astretti a pagare la mezza Apodixa per le cose pertinenti alla grascia, ma siano tenuti, e trattati franchi, ed esenti. Nell'anno f470 per intercessione di Mariano di Adamo di Teramo Dottor di legge (ch'era suo consigliero, e poi fu presidente della Regia Camera) concede a Nicola di Lello, ed a Nardo di Francesco Muzii Oratori della Città in Napoli in dominio il Castello di Frondarolo cura gladii potestate, e che possa l'Università distruggere la Rocca di detto Castello.