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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Rob. Come sapete, che Mariano di Adamo fosse Consigliere regio, e Presidente della regia camera?
   Giul. Ho veduto i privilegi in potere di Ciò: Carlo suo bisnipote, appresso del quale si conserva anche una lettera del medesimo, scritto a Giacomo di Adamo. So anche, che detto Giacomo era signore del castello Appigliano, avendo similmente visto il privilegio in potere del detto Gio: Carlo. E sappiate, che a quel tempo, anzi per altri cinquantanni seguenti questa città ha partoriti molti uomini d'armi, ma non sò i loro nomi, nè meno della stirpe fuorché Brancadoro di Braviesco, Castellio d'Incetto Tullio, e di Toraccio Flasta. Poco prima di questi tempi furono auditori di Ruota Simone, e Teodoro Lelio i quali intervennero anche nei Concili di Pisa e di Costanza al tempo, che furono deposti i tre pontefici, come non legitimi creati, et eletto Martino V. Et in questi tempi erano similmente auditor di Ruota Gasparo, la cui stirpe non so, (t) e Girolamo Forti , il quale poi fu cappellano maggiore del re Ferdinando, e da lui in gran conto tenuto. Fu anche in questi tempi Zaccaria Musico (2).
   Rob. Fu poi diroccata la rocca di Frondarola ?
   Giul. Il seguente anno 1471 c'andarono a popolo ia gente di Teramo, ma con miglior ordine, che non fecero l'anno 1459, e la git-
   (1) Il Tullj (Uom. ili. pag. 47) ed il Palma (Storia Voi. V. pag. 601 lo credo dell'illustre famiglia teramana De Lellis.
   (2) Traduciamo le parole del Calendario della nostra Cattedrale riportate dal Tullii: Zaccaria teramano, uomo dotto sopra ogni altro nella musica, compose moltissime Cantilene che nella nostra età si cantano per l'Italia e vengono tenute in massima considerazione dai cantori della Gallia e della Germania. Nella Cut nia Romana ottenendo il primato meritò grandi stipendii. Catalogo ec. pag. 60. Dalla bassa statura gli venne il nomignolo di
   Zaccaro, ossia, di piccolo.

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