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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Rob. Di qual anno proprio fu fatta la Campana grande ?
   Giul. Al primo di novembre 1483 fu finita: il di S. Martino nella pubblica piazza benedetta, ed ai 15 di detto mese, tirata, ed appesa nella torre (1), ed allora un letterato, del quale non ho potuto sapere il nome, compose in lode della campana i seguenti versi:
   Vivile concordes Terami populosa Iuventus. Admonel hoc dulci nos Aprutina modo.
   En ea dulcisonat pariter dum percuta aera Convocai ad laudes quemlibet ipsa Dei;
   Hórrida iam simplum latus en si percuta haec est lpsa auenla sono civibus arma parat.
   Or tornando all'Istoria, dico, che nell' ¡stesso anno 1483 i cittadini fastiditi di star in pace cominciarono di nuovo ad uccidersi fra di loro.
   Rob. Io tengo, che questa città sia stata edificata sotto il Pianeta di Marte, che si dipinge sempre armato d'armi da difendersi, e da offendere.
   Giul. Ed io più presto credo, sotto il Pianeta dell'instabile luna, la quale per quindici giorni va sempre crescendo di lume, che si mostra a noi, ed altri tanti scemando. I Teramani di quel tempo , stando in guerra, cercavano pace, ed essendo un certo tempo stati in pace, rientravano di nuovo in guerra. E con queste or guerra, ed or pace trapassarono cento, e più anni, ne' quali sebene la città non si è del tutto annichilita, ha scemata gran parte della sua riputazione. Avendo io udito dire dai cittadini antichi, uomini di credito e di conto, che questa città avanti che cominciassero le nimi-cizie tra gli Antonelli, ed i Melatini era in ogni qualità, e condizione nna piccola Firenze.
   Rob. Per quanto ho potuto raccorre dai ragionamenti avuti tra noi, credo ch'era come voi dite. Ma non si potria trovare qualche
   (1) Palma da un documento dell' Archivio Capitolare deduce che la campana battezzata Aprutina fu fusa due anni prima, cioè, nel 1481, dal fonditore teramano, Adone di Ruggiero. La campana fusa da lui si ruppe sul finire del seicento, e col suo metallo e cori argento e oro donalo dai cittadini si rifuse da Nicola di Langers nel 1704 ; ed è quella che vediamo oggi e sentiamo dal nostro campanile. Slor. Ecc. e Civ. Voi. 11 pag. 170.

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