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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   via e modo, pei- ridurla nel suo pristino stato, e suo primo buon essere ?
   Giul. Non mancariano modi tutti facili, e santi, ma spero un altro giorno darvi sodisfazione. Ora seguiamo il corso della nostra Istoria (1).
   Roì). Fate come vi pare, che io starò ad udire.
   6.
   Giul. Questo nuovo motivo della città ebbe principio dalla con- * giura di alcuni baroni del Regno contro il Re Ferdinando, della quale diffusamente scrive Camillo Porzio napoletano: ed è necessario per intelligenza dei successi, che nella città avvennero, raccontare alcune cose di detta congiura, secondo che dal Porzio ho cavato: anzi i! più delle volte dirò le proprie, e format' parole e gl'integri periodi, da lui scritti. Dirò dunque, che in questi tempi, de quali ragioniamo, anzi per alcuni anni prima i più favoriti signori, che si trovassero nella Corte del Re Ferdinando, erano Antonello Petrucci, e Francesco Coppola. Il primo nato in Tiano di mediocre fortuna, essendo letterato, e savio, s'aveva fatta strada col suo desto, e destro ingegno ai primi onori della Corte, e divenuto dei primi se-gretarii del Re: e con molte ricchezze, eh' aveva cumulate aveva inalzato il primo figlio al Contato di Carinola, il secondo di Polica-stro, ed il terzo Arcivescovo di Otranto. Il Coppola sebben nobilmente nato in Napoli era povero nel grado suo, e similmente col suo ingegno agiutato dal Re, datosi a grossi trafici, era venuto ricchissimo, e fattosi conte di Sarno. Dall'altra parte Alfonso duca di Calabria, che il tutto nel Regno maneggiava, essendo giovane feroce, e dalla natura inclinato all'armi, di nessuna cosa parea d'esser più vago, che di accender guerra in diverse parti d'Italia, sperando col mezzo di quelle, acquistar stato, gloria, e fama; onde si trovava più delle volte bisognoso di danari. E vedendo il Petrucci, ed il Coppola assai ricchi, solea spesso dire pubblicamente, che il
   (1) Infatti il Muzii tenne la promessa nei suoi Dialoghi Curiosi. V. la Prefazione.

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