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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   dal duca di Calabria suo figlio. Entrò il duca nello Stato di S. Chiesa, ove fe molto danno, ma avendo poi udito, che la città dell'Aquila s'era ribellata, e datasi alla Chiesa, ed avendo seco oltre il suo e-sercito ordinario, seicento cavalli, datigli da Lorenzo de Medici, ed altro tanto da Lodovico Sforza, se ne venne in queste parti , per andare ad espugnare Montorio, il quale sapeva, che da molti nobili Aquilani parenti, ed amici del conte Pietro Lalle Camponeschi era guardato, temendo che stando i nemici in Montorio, forte per la qualità del sito, e non molto discosto dall'Aquila, non avesse dato disturbo a tutta questa provincia. Ed essendo informato, che il suo distretto, per esservi molli balzi, e precipizii, era inetto a potervisi maneggiar cavalli, ed egli avendo poco numero di fanti, si prevalse di cinquecento giovani di Teramo ben armati, che ci andarono con giubilo, e contento, da non credersi per l'affezione grande, che portavano al duca, e gli furono di non poca utilità, siccome poco appresso sentirete. Ora arrivato in quel di Montorio , per la prima trovò un loghetto con una torre, da difendersi: questo prima che Montorio volse assalire, ed avendolo vinto, il fortificò, poi andato ad assediare la terra, tentò più modi con persuasioni, e con forze di poter indurre i Terrazzani a rendersi, ma il tutto fu indarno. Dall'altra parte il Sanseverino, che similmente si trovava nello stato di S. Chiesa, avendo udita la mossa di Alfonso, e temendo, che non andasse per occupare l'Aquila, che si trovava mal presidiata, per assicurare gli Aquilani con la sua presenza, si mosse anch'egli verso quelle parti con gran contento del Papa, e di tutti i Romani: acciocché partitisi i due eserciti dai loro paesi, la guerra si fosse trasferita nel Regno. Arrivato Roberto in quel dell'Aquila, e gli A-quilani avendo avuto avviso, che il duca teneva assediato Montorio, il costrinsero ad andar in soccorso di quello. E Roberto v'andò volentieri, con intenzione di venire col duca al fatto d'armi, per non dare più di se sospetto al Papa, e per andare a trovare i baroni ribelli. Ed essendo giunto in quel di Montorio s'accampò due miglia lungi dall'esercito regio e fe intendere agli assediati la sua venuta, acciocché stessero forti. Non parve ad Alfonso di più espugnare Montorio, avendo il nemico si vicino, temendo, che i soldati suoi accampati nell'assalto, e nel sacco della terra, non si disordinassero, e divenissero poi preda dei Nemici. Onde trovandosi van-

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