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tagg'ioso di fanti, volse più tosto tentar la battaglia con speranza di vincere, avendo considerato il luogo, ove si doveva combattere, esser (come ho detto, e voi lo sapete benissimo) pieno di balze, e precipizi], e d'altri stretti luoghi, inettissimi a combattere con i cavalli. Era nell'esercito di Alfonso il conte di Pitigliano, Verginio Orsino, Giov: Francesco Sanseverino, Marsilio Torello, e Giov: Giacomo Triulsi, tutti a quel tempo capitani, assai chiari, famosi, e pregiati nei fatti d'armi. E nell'Esercito di Roberto vi era, oltre ai due suoi figli Prospero, e Fabrizio Colonna, similmente famosi nell'armi, gli animi de' quali erano non solo ripieni d'emulazione, e di gloria, ma, essendo di contraria fazione per le vecchie, e nuove ingiurie più che mai inacerbiti. Or dato il segno alla battaglia, vennero alle mani, ciascuno valorosamente combattendo: e i soldati di Montorio corsero subito alle mura armati: e talora mesti e tacili, e talora lieti, e gridanti, secondo i vari movimenti dei Guerrieri, la pugna guardavano. R volgo inerme, e le donne, stando alle finestre, e su i tetti con pallidi volti, attendevano il fine della giornata. Ma Roberto nell'estrema parte del giorno, o perchè temeva di perdere, o diffidandosi di vincere, mentre gli animi de'combattenti erano piuc-chè mai intenti alle contese, si cominciò a ritirare dalla pugna con tanto disordine, che aggiunse animo ai Nemici, che fin dentro a loro ripari Io rincalzarono; i quali avrebbe anco fatto combattere Alfonso, e forse vinti, se l'oscurità della notte non l'avesse vietato.
Rob. 0 quanto mi rallegro, che i Teramani intervenissero a tal fatto d'armi !
Giul. C'intervennero, ne morirono pochi, e furono di grand'utili-tà per la vittoria, conciosiachè, andando armati di spiedi, di ronche, e di altre armi in asta corte, ed essendo ben pratici di tutti i luoghi, facevano traboccare dai Balzi insieme gli uomini, ed i cavalli, dei nemici, che facevano gran fracasso.
Rob. Io credo, che ad Alfonso fosse assai cara l'andata di questi nostri paesani.
Giul. Carissima: e di questo, e d'altro ne fanno fede 1' amorevolissime lettere che scrive alla città.
Rob. Leggetene qualcuna, se l'avete alla mano.
Giul. Ve la leggerò al suo tempo, ad altro proposito.
Rob. Seguite dunque per ora il successo dopo la guerra.