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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto! a disposizione la copia del volume. [Home Page]
Giul. Così farò. Il giorno seguente venne in pensiero ad Alfonso di ridurre il Papa nella maggiore strettezza, che potesse, affine, che stracco dalla guerra, essendogli cercata la pace, 1' avesse conceduta. Onde lasciata l'impresa di Montorio, e licenziati i Teramani, se ne andò, ancorché per paesi assai malagevoli coi cavalli nel paese dell'Aquila, ed indi entrò nell'Ecclesiastico, e dopo non molti giorni unì insieme l'esercito, e si avviò verso Roma, come se la volesse combattere. Era Alfonso, ed il suo esercito a quel tempo, in nome, ed in fatti a tutti tremendo, e stimavasi pel suo valore dovere tutte le cose malagevoli tentare, senza paura alcuna ottenere. Mandò anco il Duca secretamente a dire al Sanseverino, che si levasse dalla protezione dei baroni, e gli mandò carta bianca, nella quale avesse scritti i capitoli di tutte le cose, che voleva, gli fossero concedute, venendo dalla parte sua, che l'avria fatto passare dal Re suo padre. Roberto, o fosse per accettare da dovero il partito , o per tenere il duca in parole, finché f esercito dei baroni si fosse giunto col suo, per rinchiudere l'esercito del duca, mandò a cercare, che il Re gli dasse Sanseverino, Foggia e Barletta con la Dogana delle pecore. Ma il duca com'ebbe questa risposta, la mandò subito al Papa, per mostrargli di chi si serviva, e che però era meglio tenere il Re, e lui per buoni amici, quali si offerivano vo Ientieri voler esserli. Il Papa, ch'era sospettissimo, subito persuase ai baroni, che si fossero accordati co! Re, perchè anch'egli voleva venire alla pace con lui: con la quale si sariano conservato le ragioni della Chiesa, ed i baroni nei loro stati reintegrati. Fu questa pace maneggiala da Giovanni Fontano, trovandosi nell'esercito col duca, che con molta industria, e diligenza si affaticò, per ridurla a buon fine siccome l'agosto del 1486 fu conchiusa, e con queste condizioni firmata, e da lui in nome del Re Ferdinando accettata, cioè, che il Re di Napoli riconoscesse la Chiesa per superiore, e pagasse ogni anno il consueto censo, e che i baroni, e le città del Regno non fossero per quella congiura, e mossa di guerra in alcuna cosa molestati; ma ogni colpa a loro perdonata. Si dolsero molto del Papa i baroni ribelli di tal pace, presaghi, che con tutta la pace sarebbero dal Re maltrattati: e per non assentirvi , andarono molto volte discorrendo cose diverse finalmente avendo considerato, che le loro forze erano assai poche, e che da niuna parte speravano
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