mana di Pois, mori in Spagna senza figli, e s'estinse in lui la casa del primo Re Alfonso d'Aragona: talché Giov: Francesco, e Gio: Antonio erano fratelli in quarto grado col Re Ferrandino.
Rob. Gran contento ho sentito in sapere, come siano parenti gli Acquavivi con gli Aragonesi, ma oh che miserabile, e tragico fine fu degli altri !
Giul. Veramente degno di gran compassione, vedendosi privi di vita, di figlioli, e di roba quelli, che di povero stato erano venuti a tal grandezza, che non solo aveano in mano il governo di tutto il Regno, ma il Re ¡stesso governavano.
Rol). Grande esempio dell'instabilità di questo mondo, e della fortuna (se con tal nome è lecito chiamare gli accidenti, e contingenti, che occorrono) la quale inalza gli uomini da infimi stati a sublimi gradi, per abbassarli poi a peggiori di quei di prima.
Giul. Io credo, che il tutto proceda per divina permissione, acciocché gli uomini, che vogliono divenir grandi, cammino per la dritta via in tanti modi da lui mostrataci. E se io volessi prolungarmi, in raccontare simili avvenimenti in persone, de umilmente nati, sono a grandi altezze assunti, e poi di nuovo riabbassati, ridotti a niente, e vituperosamente morti, avrei assai che dire. Ma tornando a ragionare della nostra patria, dico, che vi si visse in pace per più anni, essendo morto Marco di Cappella capo dei sediziosi, ed anco molti altri dei principali. E nel Regno dopo la morte dei baroni si stette similmente in quiete.
9.
Ma nell'anno 1494 si cominciò una nuova guerra, la quale, per intendere, come avesse principio, è necessario, che io vi narri alcune cose alquanto prima di quell'anno. E dico, che Alfonso duca di Calabria aveva maritata Isabella sua figlia in Gio: Galeazzo Sforza duca di Milano, rimasto fanciullo del duca Galeazzo (che da certi congiurati fu in Milano ucciso l'anno 1477 il giorno di S. Stefano nella Chiesa di detto Santo) sotto la tutela, e cura di Lodovico Moro suo zio, che in nome del fanciullo governava il Ducato di Milano. Or