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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   venuto il duca in età ili 24 anni, il Moro doveva lasciargli libero il Ducato: ma egli essendo ambizioso, ed avido di signoreggiare , non riponea il nipote nel suo dominio, ma tenea lui, ed Isabella sua moglie assai depressi, anzi come in stato privato, non avendo ardire il povero giovane mostrarsi, almeno con le parole esser egli il vero principe. Ma Isabella essendo discesa da tanti Re di sangue reale, e di natura generosa signora non potea comportare , che il marito, ed ella in vita più che privata vivessero. Onde più volte ne scrisse al Re suo avolo, ed ad Alfonso suo padre, pregandoli, avessero trovati alcuni mezzi, coi quali essi fossero riposti nella debita signoria. Il Re, ed Alfonso separatamente ammonirono più volte Lodovico, e non bastandogli le ammonizioni, ricorsero alle mi-naccie. Ed essendo in Italia a quel tempo il nome di Alfonso tremendo, il Moro ne temette, ma non per questo volse lasciare la signoria, ma per tenere questi principi occupati, e travagliati , acciocché non avessero mossa guerra a lui, eccitò con lettere ed ambasciatori Carlo Vili. Re di Francia succeduto a Lodovico XI suo padre, mandando per tale effetto in Francia Carlo di Barbiano conte di Belgioioso. Ebbe più volte il conte col Re pubblica e privata udienza, nella quale con efficaci ragioni persuase al Re il venire all'acquisto del Regno di Napoli a lui per ereditaria ragione dovuto. Nel medesimo tempo si trovava in Francia Antonello Sanseverino principe di Salerno: quello, che dopo la riconciliazione dei baroni ribelli, che poi furono tutti morti, si era con licenza del Re Fer-randino partito dal Regno; il quale essendo mortai nemico del nome d'Aragona concitava a tutte l'ore i grandi di Francia a venire all'acquisto del Regno, promettendo certa vittoria. Talché sebbene il Re fu dissuaso da alcuni baroni Francesi di sano giudizio, nondimeno, essendo egli giovane, d'animo vivace, sollecitato anche dal Barbiano, e dal Sanseverino, si deliberò venire, e fatto un grosso apparecchio, si pose in camino. Avendo avviso il Re Ferdinando della mossa del Re Carlo, ed essendo vecchio di settantun' anni si pose in tanto pensiero, ed ansia, che s'infermò, e nel mese di gennaio 1494 passò all'altra vita. Fu subito i! figliolo duca di Calabria coronato, e chiamato Re Alfonso II. che quattro mesi poi fu investito, e di nuovo coronato da un Cardinale mandato da Papa Alessandro VI. succeduto ad Innocenzio. Or Alfonso dopo l'esser venuto

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