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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   mo del continente dopo la morte sua, per dare qualche assetto al governo del Reame, e per meglio disponerlo al gubernacolo dell'IUm. e Caris. primogenito duca di Calabria, ne siamo indutti a pensare de riposare, satisfacendo a lo votu predicto, e dar loco a lo duca predicto, de avere più dispostamente ad esercitare lo ingegno, e la virtù sua. Il che per vostra consolazione avemo voluto significarve, confortandove, e restringendove ad volere servare verso ipso duca vostro Re la vostra solita benevolentia, fede, el ossequiosi!,cv. perchè con la grazia di nostro Signore Iddio, e per la virtù, et oplima disposizione, et experientia, quale è in ipso, il suo governo terrà con somma sua lode, contentezza, e felicità di tutto el Reame in ge-ner, et in vostra spetialità, ricogliendo insieme il frutto de la sua virtù, et bona adniinistratìone, et de la fède, et obsequiosità vostra imo borio obsequio, quale farrete a noi, che ne darrete tanto maggiore causa de avere ad vivere nel nostro riposo con perfetta tranquillità, e contentezza de animo. Datimi Napoli die 22 lanuo-rìi 1495 Rex Alfonsus. lo: Pont. Non molto dopo questo Alfonso montò su una galera, accompagnalo da tre altre , se ne andò in Mazzara città di Sicilia. Il giorno seguente alla rinuncia Ferrandino fu salutato Re, e con solenne pompa in abito reale con la corona d'oro in testa cavalcando per tutta la città accompagnato secondo l'usanza da tutti gli ordini de baroni dal collegio de Dottori, e da principali cittadini fra liete grida del popolo, augurandogli tutte le cose prospere, e felici. E poco dopo si fece giurar fedeltà dai baroni, avendosi acquistato il core di tutti, quale con amorevolissime parole, e quale con promesse, s'egli rimaneva vincitore di rimunerar ciascuno secondo il merito della loro buona fede: ed accomodate le cose della città, se ne tornò al campo, avendo prima, che partisse scritto similmente a questa città una lettera, che ve la voglio pur leggere: Magnificis Viris Universitalis, et hominibus Ci-vitatis Terami fidehbus nostris dilectis. La Maestà del serenissimo Re nostro padre per sua lettera ve fece intendere la sua volontà; e deliberazione per le caose in detta lettera contenute, e per altri rispetti, quali movevano la mente sua de volerne renunciare, e cedere lo Reame con lo titolo, dignità, e potestà Regia , e concedere lo sceptro, e governo delle Giptate, Popoli, e stati di quello, che di tulli i suoi eserciti, et facollali, quel che ieri con lo nome dell'o-

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