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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   mandare alcuno in nome de la Università, o che alcuno particolare cittadino volesse venire al nostro cospetto ne sarà cosa gratissima et venendo, o publicamente, o privatamente, lo vedremo con singolare piacere, e con somma affetione: et quanto in noi serrà , e li presenti tempi comportano farremo verso lui tale dimostratione, che dal nostro cospetto se haverà meritamente da partire con piena so-disfatione d'animo, e con lo core allegro, e ben contento. Et così pregamo, et confortamo ciascuno, che voglia sperare da noi. Batum in Castello nostro Novo Neapolis die 24 Ianuarii 1495 Rex Fer-dinandus. Io: Pont.
   Eoi). Forse che simili lettere il Re scrisse a tutte le città di demanio, per confermarle nella fedeltà ?
   Giul. lo non vi so dir altro. So che scrisse a questa città, e siccome, parlando della lettera di Papa Bonifacio IX, dissi, che questa città, per esser posta nella prima entrata del Regno , e forte secondo il combattere di qnei tempi, era cara tenuta dai Re, così dico ora, ed aggiungo, che Ferrandino in vita del Re Ferdinando , quando era principe di Capita, dimorò molti mesi in questa città , conversando familiarmente con i cittadini giovani, ora andando con essi a caccia, ed ora giocando alla palla piccola, e grossa. Ed ho udito dire che il più suo intrinseco amorevole era Gio: Nochicchia bisavo di Giov:, che ora vive, e che un giorno dopo 1' aver lungamente giocato alla palla, per rinfrescarsi se ne andò con i suoi gentiluomini corteggiai, ed altri, che lo seguitavano in casa di detto Giov:, ed entrati nella cantina, dopo l'aver ciascuno bevuto; il principe spinellò tutte le botti, facendo tutte ad un tempo uscir il vino, pigliandosi di ciò un certo piacere giovanile; il quale atto seben agli avari pare, che meriti riprensione, nondimeno in lui, ch'era assai giovane, e figlio di Re, merita piuttosto lode che biasmo. Avendo poi domandato Gio:, s'aveva altre botti, rispose: no solo quest'uria, toccando la sua persona alla parte del core: soggiungendo, spinellate ancora questa, che ci trovarete scolpita l'altezza vostra. Pigliò anco una volta il principe in prestito dall'Università cento docati, facendone scritto di sua mano, che fin ad oggi si conserva nell'archivio, forse non essendo i danari restituiti , il quale ò di questo tenore: Noi D. Ferrando d'Aragona prìncipe di Capoa, e Ducal primogenito et cet. Per tenore del presente Albarano confessamo aver

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