riceputo, el havuto dalla Università di Teramo cen1 i ducati di carlini, li quali n'ha granosamente prestali per tutto lo mese d'Aprile, et cet. (1). Ho voluto fare questa lunga digressione, per dimostrarvi la mutua amorevolezza, la quale era tra i principi Aragonesi, e gli uomini di questa città.
Rob. Credo, che gli anni passati, nei quali dite voi, che Ferran-dioo stette in Teramo fossero assai felici.
Giul. Tanto si può tenere, perchè ogni volta, che nella città si vive in pace, ed in quiete, ancorché ci siano altri disastri di carestia, o d'infermità, si può dire, che si stia in somma felicità : essendo le nimicizie, e le discordie civili i più dannosi tarli che rodono le facoltà deili nostri cittadini, e mandano la città al fondo.
10.
Or tornando alla nostra Istoria, dico, che il Re Carlo il genna-ro del 1495 cominciò ad entrare nel Regno, facendo calare una parte dell'esercito per la via dell'Aquila, e di Sulmona, e 1' altra, con la quale andava egli per la via piana di Terra di Lavoro. 11 Re Fer-randino, nell'arrivare di Carlo, stava con un altro esercito in campagna, ma conoscendo l'animo di molti inclinato a Francesi e vedendo il suo esercito in disordine; si risolse di lasciare il Regno, e volendo entrare in Napoli prima che partisse, trovò le porte serrate; onde con una giravolta, se n' entrò in Castelnovo. E Carlo a 21 febraro entrò in Napoli, essendogli senza contrasto da Napoletani aperta una porta della città. Vedendo ciò Ferrandino, e trovandosi cosi astretto per più sicurtà sua, si partì con Federico suo zio, e con gli altri suoi più cari, montando sopra venti galere, che aveva nel porto, e se ne andò ad Ischia: avendo lasciato in guardia del Castel novo Alfonso d'Avalos, e i soldati Tedeschi. Or perchè il Castellano della fortezza d'Ischia ricusava di far entrare dentro il Re,
(1) Questo documento, come molti altri dì maggiore importanza, non più si conserva nell'archivio ove lo lesse il Muzii.