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quando Berardo di Mastro Francesco Guerriero di Nanni, e -Bernardino di Damiano ragionavano insieme di queste due ribellioni fatte da Teramani a Francesi, nominando con una certa sviscerala affezione il nome d'Aragona, che parea, che l'avessero in mezzo al cuore. Poi sogiunsero, che i cittadini in universale per una certa benevolenza, e naturale affezione, che portavano al Re Federico fin dal tempo, che molti mesi dimorò in questa città, non s'a-vriano curato patire mille tormenti, e morti, purché fossero stati in beneficio del Re Ferrandino.
Rob. Vel credo, ed erano obligati a farlo, altrimenti avrebbero mostrata ingratitudine, poiché siccome avete raccontato, al tempo del Re Alfonso I egli ci liberò dalla servitù degli Signori Acqua-viva, che stava in suo arbitrio di dare, e non dare la Città a Giosia. Erano anco obbligali (similmente per quanto avete detto voi) ai Re Ferrandino, che ci rese la seconda volta la libertà, ed ha concedute alla Città tante grazie, quante ne ha sapute domandare, ed in specie essendo si amorevole suo il Colile Giulio, e poi Andrea Matteo il figlio, allevalo nella sua Corte, e con tante istanze domandato più volte il dominio di questa Città e non volerla mai concedere. Parvi (orse beneficii questi da scordarsene?
Giul. Non accade con me dir queste cose, perchè meglio di voi, perdonatemi, le conosco. Ma non più di questo. Ora tornando alla storia del Regno dico che Mompensiero trovandosi strettamente assediato in Castelnovo, fe' intendere a Persivo Governatore di Basilicata, che si forzasse, di venire a soccorrerlo. Costui venendovi s'incontrò presso Eboli col Conte di Madaloni, col quale combattendo, il vinse. Temendo Ferrandino, che con questa vittoria non fosse il Castello soccorso, per consiglio di Prospero Colonna, rinchiuso con bastioni, e trincera il passo a Persivo presso Cappella, ove anco l'esercito, che nella Città era, condusse. Persivo adunque venendo dalla parte della grotta, per dover soccorrere il Castello novo, si vide dalla lunga salutare con l'artiglierie dal nemico, e la strada chiusa da quella parte: onde mal contento se ne tornò la seguente notte a Nola, ed indi in Puglia alle stanze ne andò. Mompensiero disperato affatto di soccorso a persuasione di Antonello Sanseverino, eh' era con lui, mondato di notte sopra alcuni legni, a Salerno se ne fuggì. Allora Ferrandino ebbe il Castelnovo e poi aiutato da