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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Consalvo Ferrarese per ordine del Re Cattolico, riebbe tutto il Regno: ed un'altra volta il di 7 Giugno 1100 entrò in Napoli, cavalcando per tutta la Città con incredibile allegrezza dei cittadini, ricevendolo il Popolo con grandissime grida non si saziando le donne coprirlo di acque nanfe, e di fiori, anzi alcune delle nobili scendeano nelle strade ad abbracciarlo, ed asciugarli il volto. .Ma godè non lungo tempo si gran contentezza, nò il Regno, perciocché infermandosi in Somma terra posta alle radici del monte Vesuvio per le molte fatiche passate, o per disordino d'atti venerei con la nuova moglie, fu riportato in Napoli senza speranza di salute, ed ivi nel Mese di Ottobre di detto anno mori. Rincrebbe l'acerba morte del Re Ferran-dino a tutto il Regno, essendo in grande opinione il suo valore, ed in Napoli por la sua modesta natura, fu da tutti pianto. Or non avendo Ferraudino lasciato figlioli, Don Federico suo zio prese lo scettro del Regno, il quale, per congratularsi tutti i Baroni, e-ziandio quelli che nella venuta del Re Carlo avevano seguiti i Francesi, restituì a tulli le loro Fortezze, del che fu molto lodato. Uditasi nella Cillà nostra la morte di Ferraudino, e l'assunzione al Regno, fu raunato il parlamento, ed in esso conchiuse che si mandassero Yenanzo Forlì, e Giacomo Sulamita Oratori a giurare fedeltà al Re Federico, e per la confermazione de' privilegi. I quali si partirono da Teramo il 2 di Settembre di detto anno, ed andati in Napoli, e presentatisi avanti ai Re, Yenanzo si dio a conoscere, esser nipote di Girolamo Forti, già molti anni stato Castellano del Re Ferdinando Vecchio. Federico ricordandosi delle carezze puerili fattegli dal Castellano, e quante volte conducendoio per mano, l'aveva menato a mille ricreazioni, e diporti, abbracciò Venanzo, dicendogli, vi abbraccio per memoria di vostro zio, ed essendo Noi fanciullo, non si saziava darci spassi, e piaceri, e però in queste occasioni sappiatevi prevalere di Noi. Fece poi dar loro alloggiamento nel Castelnovo, e di là a pochi giorni fu presentata supplica dell'Università con 11 Capitoli in piedi delle grazie, che si domandavano, le quali furono tutto graziosamente concedute.
   Rob. Sape tene alcuna delle grazio che il Re concesse?
   Giul. Primieramente conferma la Città nel demanio, e tutti i privilegi dei passali Re, ed in specie del Re Alfonso I, e del Re Ferdinando. Fe'ampia remissione a tulli i Ciltadini d'ogni ribellione,

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