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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   ed offenzione, c'avessero fatto verso Gasa Aragona e di tutti i delitti, omicidii, ed insulti per essi commessi. Fe' franco per sei anni il Castello di Miano, e poi a beneplacito per molli danni, che aveva patiti. Concedette, che i Vassalli del nostro vescovo godessero tutte grazie, intuiti, e franchizie, concedute all'Università. Fu anco supplicato, che si concedesse da esso Re Ullicii di governo agli Uomini della Città atti a governare, e fu ottenuto. Finalmente senza replica alcuna ottennero quanto d'onesto seppero domandare, e ridotto il privilegio nella sua vera forma scritto in carta pergamena col sigillo appeso e sottoscritto dal Re, gli Oratori con buonagrazia di tutta la Corte, se ne tornarono a Teramo.
   Morì Carlo Re di Francia l'ottavo giorno d'Aprile del 1488 ed in suo luogo fu eletto LodovicoXII come più prossimo al sangue del predecessore. Ilqualeilseguenteannosenepassòin Lombardia,e dopo molte battaglie s'acquistò io stato di Milano, dicendo esser ricaduto a lui per ereditaria ragione di Madama Valentina Visconti sua Avola, privandone Lodovico Moro, che se lo menò prigione in Francia insieme col Cardinale Ascanio suo Fratello. Or mentre il Re Lodovico stava in Lombardia, si diceva pubblicamente nel Regno, che il Re di Francia finita quella impresa se ne saria calato all'acquisto di esso: e Re' Federico fortemente nel suo cuore di ciò temeva, ma nell'apparenza mostrava il contrario, e per animare la Città ed i Popoli acciò stassero costanti nella fedeltà sua scriveva lettere alle Città importanti, e tra le altre il di io di Settembre del 99 ne scrisse una alla Ciltà nostra di questo tenore: Dovete aver inteso, come
   10 stato di Milano per certo disordine fatto per il Capitano di genti d'Armi ed esercito di questo Duca ò pervenuto per la maggior parte in potere de Francesi, e dell'Illma Signoria di Venezia. Milano ed alcune altre Terre ancora si sono date, ma credemo faranno
   11 medesimo. E benché dal canto nostro per l'amicizia, e benevolenza che abbiamo con essa IH.ma Signoria, e per esser certi che il Cristianissimo Signor Re di Francia verso di Noi non abbia alcun odio ne desideri altrimenti il dominio del nostro Regno; nondimeno Noi avemo fatto tal provisione, e tenemo tal maneggio, e prattica, che non solamente con la grazia di nostro Signore Dio, non si avrà da dubitare in questo Regno di guerra, ma seguirà il perpetuo stabilimento delle cose nostre, e della nostra prosperità con pace, e

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