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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto! a disposizione la copia del volume. [Home Page]
quiete, ed universal benefìcio diluito il Regno, e delli nostri sudditi. Avenione dato questo avviso, acciocché intendiate lo cose come siano passate, e possiate stare con la mente riposata, e togliere via ogni timore, il quale talvolta per quella nuova avessivo concepito. Datum in Castello novo Xeapolis clic X Septembvis 1199. Rese Fe-dericus. Or stando Federico in questo sospetto, e raddoppiandosi le nuove, chiamò il parlamento generale in Napoli il dì 23 del detto Mese, scrivendo anche a questa città, bisognando por le presi nti occorrenze consultare, e ragionare con tutte le Terre demaniali del Regno di quello, che si doveva da fare per benefìcio, e conservazione del R igno, e specialmente con questa Città: e che però si fossero eletti due Cittadini, e subito senz'aspettare altra dilazione fossero andati in Napoli per li 15 di Ottobre al generale parlamento. Ma ne meno questo fu di pr »fitto alcuno, e crescendo in lui il timore e non conoscendosi da se forze bastanti a resistere al Re di Francia, dicono che per Ambasciatore con le sue lettere gii si fe' intendere voler essere il suo Feodatario, se si restava di molestarlo: e quando fosse bisognato da altri difenderlo. Soggiungono poi (ma non si tiene del tulio per certo dagl'Isterici) che il Re Lodovico mandasse le lettere di Federico al Re Cattolico, il quale sdegnato per questo per gelosia dell'Isola di Sicilia, della quale Egli era Re, non volendo, che i Francesi s'accostassero si vicino agli stati suoi, si confederassero insieme e si dividessero il Regno prima che fosse acquistato. Or Federico, che di tutte queste cose di mano in mano era avvisato, concedea ai Baroni, ed alle Città demaniali tutte le grazie, che con qualche onesto colore si potevano concedere: ed alla nostra Uni-versità per privilegio dei 10 Dicembre del 99 concede il Feodo delle jiiane a Campora, del quale il 2 di Marzo del 1500 v'andarono a prendere il possesso Marino del Benvivere e N. Berardino sotto i Sindaci speciali a tale effetto, essento Sindaci generali della Città Giulio Forti, e Sante di Giacomo Santa Croce. Ma fu poi per tal feodo mossa lite da Bartolomeo Tosto di Campii, e da Giacomo di Coletta, sebbene durò molti anni, avendoci fatta faccia l'Università nostra, finalmente si venne ad accordo, ed il fondo restò in potere de' Camplesi. Fece Federico alcuni leggeri ripari, per conservarsi il Regno, ma vedendosi venir addosso due potentissimi Re, de' maggiori, che a quel tempo avesse la Cristianità con esercì 1 i per
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