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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   terra, ed arma le per mare si diffidò di resisi ere. Ed essendosi accostato a Napoli Monsignor Obegnì Capitan Generale de' Francesi,si convenne con lui di lasciargli pacificamente Napoli con tutte le Fortezze, che dà suoi si tencano nella parte del Regno toccata al Re di Francia, lasciandosi solo l'Isola d'Ischia per sei mesi, ne' quali g'i fosse stato lecito andare dovunque avesse voluto, fuorché pel Regno. Che potesse cavare dal Castelnovo, e da quel dell'Ovo, qualunque cosa gli piacesse, fuorché l'artiglierie, rimaste al tempo del Re Carlo. Che avesse potuto mandare in Taranto, dov'era suo figlio cento uomini d'armi, ed alcune altre legiere condizioni in favore dei Baroni affezionati suoi. Capitulato, ed eseguito quanto si è detto il Mese di Agosto se ne andò ad Ischia, dove stette tutta quella estate aspettando l'esito dell'impresa, ma vedendo, che i nemici senza controversia diventarono affatto Signori del Regno per suo ultimo espediente, non sapendo altro, che fare, lasciati lutti i suoi nella Rocca d'Ischia se ne andò in Francia con cinque galere, a presentarsi al Re Lodovico, dal quale fu cortesemente ricevuto, e gli diè in governo o Signoria la Duchea d'Angiò con trenta mila ducati l'anno di provisione, ed ivi nell'anno 1304 fini sua vita. Al tempo di Federico parli da Napoli Ferdinando suo piccolo Figliolo titolato duca di Calabria da Tarcagnota nominato Alfonso. Slava in Taranto, come che essedialo da Ferrante Consalvo Generale.dell'Esercito del Re Cattolico. Essendo col Duca al governo della Cillà il Conte di Potenza, e F. Leonardo Napoletano Cavaliere di Ro li: i quali non avendo speranza di soccorso, diffidandosi di più resistere si convennero con Consalvo, di dargli la Città e la Fortezza, se fra quattro mesi non fosse venuto soccorso. I quali passali Consalvo, ebbe la Cillà, e la Rocca, e ritenne appresso di se il Duca di Calabria, che lo mandò poi in Spagna al Re Cattolico. Fu il Duca benignamente raccolto dai Re, e tenuto appresso di lui con onori quasi reali, avendo però sempre buone guardie intorno, ove visse molti anni, come in un'onesta prigione. A Costui nell'anno 1323 fu data per moglie dall'Imperatore Carlo V. Madama Germana di Fois Nipote per la Sorella del Re Ferrante Cattolico, della quale alcune cose avremo da dire, ma perchè era sterile, non ebbe Figlioli; onde si eslinse in lui la linea mascolina del I. Re Alfonso, essendo morii per prima due suoi Fratelli d'età minori, l'uno in Italia, e l'altro in Francia.

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