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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   Re Luigi, eì ha sempre scritto lettere alle Terre convicine, divian-dole dalla fedeltà di detti Cristianissimi Re. Nel cinquantesimo, che la Città di Teramo, e suoi cittadini, massimamente quelli, che si ribellarono al Signor Giosia, e fino al presente tempo sono stati molto Aragonesi, ed affezionatissimi di casa Aragona, ed inimici di ca ia di Francia, avendo dimostrata questa '.oro affezione in falli, ed in parole nelle occasioni delle guerre. Tutte queste cose voleva provare il Duca, per avere benevolenza, ed acquistar grazia con Obegnì, e per opprimere, e gillar in disgrazia la Città.
   Rob. Cosi credo ancor Io, ed ha del verosimile.
   Giul. Furono poi citati i Testimoni, ed insieme i Sindaci a vederli giurare, e ne furono esaminali più di cento nomi tulli gli articoli, alcuni in alcuni, ed altri in ailri, i quali deposero (oltre quello, che si è detto qui sopra, che Giosia era stato vero Padrone di Teramo, l'amavano onoravano ed obbedivano come vero Signore, e Padrone: e che v'aveva fatto a sue spese edificare la Cittadella della quale poi. ed anco della Cillà fù spogliato da Matteo de Capoa, Viceré del Re Ferdinando I. perchè seguiva la Fazione, che favoriva il Duca Gio: competitore del Regno di esso Re. E tra gli altri un Canonico d'Atri (oltre a molte altre cose in favore di Andrea Matteo) depone con giuramento in pectore more Clericorum, che Giosia si titolava Conte di S. Flaviano, Duca di Atri, e Principe di Teramo. Essendo ciò non solo espressa mensogna, ma non articolato: concio-siacosachè Giosia (siccome un'altra volta ho detto) mai ne a bocca nè in scritto si Ululò altrimenti, che Signore di Teramo. Ò voluto raccontarvi questo particolare, per dimostrare l'animosità dei te-stimonj. Si esaminarono anco i due Sindaci che ho nominalo, ed altri 18 cittadini, come principali nel 'a causa: alcuni de' quali negarono affatto quel che giudicavano essere in disfavore della Città: alcuni altri palliatamente deponevano il fatto: ma la più parte alla scoperta confessarono, che Giosia due volte era stato Padrone, e Signore di Teramo, e poneva il Castellano a guardia della Cittadella, ed ii Capitano, ed il Giudice a ministrar giustizia, e che alle porte della Città, e nei luoghi pubblici aveva fatto dipingere la sua arme, e. che aveva nella Città molini, valchiere, vigne, oli veti, e territori], e Ira gli altri un podere chiamato Gasoli, e che ricoglieva l'entrate delle gabelle, donategli dall'Università. Deponendo sfaccia-

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