tamente un certo Pietro di Notar Buzzarello (non mi posso contenere di nominarlo, essendo estinta la sua stirpe) aver veduto un contratto di suo Padre de capta possessione del Gasale detto Gasoli, (t) Ed altri altr1 cose deponevano tutto in favore del Duca d'Atri.
Rob. Sto ammirato, che i cittadini si esaminassero contro l'Università, anzi contro loro stessi in pregiudizio del proprio onore.
Giul. Non vi meravigliate di ciò, perchè la maggior parte dei Teramani esaminati erano Mazzaclocchi, i quali per avere i primi luoghi nella Cillà, desideravano che il Duca fosse Signore. Altri teneano al fermo, che i Francesi ottenessero il Regno, e che al Duca non saria mancato il dominio della Città; onde per non sconciarsi il vivere, aderivano alla volontà del Vincitore. Ma s'opposero gagliardamente (oltre a predetti Venanzo, e Marino) Cola di Marino Montanaro, Cola di Francesco Muzio, Giacomo Salamita, e Stefano di Notar Paolo Pistillo; i quali a viso aperto avanti al Commissario, ed in qualsivoglia loco occorreva il taglio di ragionare, diceano, che mai si saria veduta tal giornata, che il Duca d'Atri avesse avuta pacifica possessione della Città. Ma essendo il Duca favorito dai principali Signori Francesi, ch'erano nell'esercito,ed avendo pieno provata la sua intenzione, e perché molti dei cittadini li amavano e desideravano, sarebbe nata indarno la loro opposizione, e vane le parole, se un nuovo accidente, che or, ora son per dire, non avesse interrotto il disegno del Duca, e di coloro, che per Signore il voleano.
Rob. Che nuovo accidente fu questo?
Giul. Già vi ho detto, che s'erano convenuti i due Re, acquistato, che fosse il Regno, dividerlo fra loro: cioè, che il Re di Francia si avesse piglialo Napoli, Terra di Lavoro, e l'Apruzzo, e quel di Spagna, la Puglia, Terra d'Otranto, e la Calabria, ma non furono espressi i confini di queste Provincie. Onde i Francesi pretendendo che il Capitanalo contiguo all'Apruzzo fosse di questa provincia a loro toccata in parie e i Spagnoli che fosse (siccome era in effetto) della Puglia, per questo i capi dell'una, e dell'altra frazione vennero ad altercazione tra loro. Perchè
(1) Casale non più esistente. Oggi riè rimasto il nome alla contrada un due chilometri a settentrione di Teramo.