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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   im V/
   il Capitanato essendo provìncia importante, si per le grosse entrate della Dogana delle pecore, e degli altri bestiami, che nell'inverno ci calano, si anco, per esser fertilissima di frumento che se fosse restato in potere de'Spagnoli, avrebbero nelle penurie, che sogliono occorrere, proibito che non si fosse cavato il grano per i bisogni di Terra di Lavoro, e dell'Apruzzo; e per questo i Francesi ostinatamente volevano, che tal Provincia si dovesse intendere nella pace a lor toccata. Onde dalle parole si venne alle contese, facendosi al principio alcune leggiere scaramuccie, ed ingrossandosi tuttavia gli eserciti vennero due volte al fatto d'armi: E finalmente prevalendo la forza, e l'industria de' Spagnoli, e degl'Italiani, che col Re Cattolico militavano, che scacciarono i francesi restando esso Re assoluto padrone del Regno. Ma abbiamo per oggi ragionato assai, però facciamo fine al nostro ragionamento, e domani dopo il desinare v'aspetto in quest'istesso luogo.
   Fine del Quinto Dialogo

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