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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   1.
   Bob. Ieri lasciaste il ragionamento in tempo, che più che mai ero desideroso di udirvi; per sapere le cagioni, per le quali il Duca d'Atri non ebbe il domin o di Teramo, ed anco i successi, che nella Città occorsero in quelle rivoluzioni, e contese tra Spagnoli, e Francesi.
   Giul. Per dirvi il vero mi trovavo fastidioso dal lungo dire, avendo trapassato il termine alquanto più del solito. E ripigliando l'Istoria di ieri dico, che mentre avanti il Commissario si esaminavano in favor del Duca i testimoni ad istanza dell'Università a ripulsa di quei prodotti, ed esaminati; cominciarono l'altercazioni tra i Capitani de' Francesi, e de' Spagnoli; pretendendo ognun di loro, come ho de'to, la possessione del Capitanato. Or crescendo tuttavia gii odii, ciascun Generale attendea ad ingrossare il suo esercito, ed a crescere il numero di Capitani. E per non defraudare niuno del merito suo, nell'esercito Spagnolo erano due Capitani d'infanteria di questa Città Marco di Cortopasso, ed Jucca fratello di Cioffo padre di Mariocera, che ora vive, e Gio: Francesco Muzii Capitano de' Cavalli leggeri. Ed in queste rivoluzioni, e contese nella Città, che non volentieri si era data a Francesi, stavano i cittadini vacillanti, aspettando l'occasione di potersi ribellare. Il Duca d'Atri che, seguiva la fazione del Re di Francia, ed era Capitano di una condotta di cavalli, ritrovandosi con le sue genti in Terra di Bari, venne ad incontrarsi con Pietro Navarro, e con i Spagnoli, e che seco conducea: e venuto con loro ai le mani, combattendosi valorosamente dall'una, e dall'altra parte, al fine fu rotta la gente del Duca, morto Gio: Antonio Acquaviva suo zio, ed egli restò prigione de' Spagnoli, e vi stette fin all'anno 1505, nel quale fu liberato per le paci tatto, conciosiacosachè il Re Cattolico, essendo molla la Regina Isabella, tolse per moglie Madama Germana de Fois nipote per la sorella del Re Lodovico, e le paci furono fatte con condizione, (Ira l'altre), che tulli i Baroni del Regno fatti prigioni in quella guerra, fossero liberati, ed a tulli restituiti i stali, onori, e dignità, e gradi che si trovavano aver avuti avanti

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