Stai consultando: 'Della Storia di Teramo. Dialoghi sette', Mutio deì Mutij

   

Pagina (284/417)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (284/417)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   distribuiva ogni di a poveri cento docati d'oro, e che conduceva nell'esercito quattrocento carri, ne' quali faceva portare tutte le cose necessarie ai soldati inferrai, e feriti e questa monizione era chiamata l'ospedale della Regina. Aveva anco con se numero grande di Matrone oneste, e nobili del Regno, e molti medici, e speziali, per assistere, e sovenire agli infermi, e feriti. Volea nell'esercito persone religiose, divote e dotte, che ogni di celebrassero messe, e cantassero gli ufficii divini, e con sermoni esortassero i soldati, tra quali non comportò mai, ch'andassero meretrici, nò donne non oneste. Mandò questa gran Regina per ornamento di S. Sepolcro di Cristo nostro Signore un mantile di seta, della quale con sua mano seminò, roncò, sterpò, macerò, gramo, scavicchiò, pettinò, e filò il lino, tessè la tela, e ricamolla sottilissimamente di sua mano a lettere d'oro, le quali diceano: Domine Iesit diviste Rectemplor meus, accipe benigne per exiquum munus Elisabet humilis Anelila} tnce.
   n.
   Iiob. Mi avete tutto ricreato con questa si lunga digressione, avendomi fatto sentire cose, che mai aurei creduto, massimamente della Religione, e divozione di questa grandissima Regina, le quali due doti sono i principali ornamenti nelle grandi, e bennate Donne. Ma tornate ormai all'istoria nostra, e dite, il Conte di Popoli venne a ricuperare la Baronia ribellata?
   Giul. Venne, e con lui andò più di seicento giovani, i quali mostrarono ii loro ardire di si fatta maniera (seben con la morte di alcun) che fu per la Città grand'utile, riputazione, ed onore, a-vendo Consalvo, e poi Re Ferrante concedute alla Città molte grazie.
   Rob. Quanto tempo durò questa guerra tra Francesi e Spagnoli?
   Giul. Quasi tutto l'anno 1504. Ma non accade, che io vi racconti minutamente tutti gli accidenti, che vi occorsero; basta, che in un fatto d'armi appresso la Carlgnola di Puglia, restarono vincitori i Spagnoli, e l'esercito Francese si disfece. Ma poi Re Lodovico ne mandò un'altro condotto da Monsignor della Tremoglia, e dal Marchese di Mantoa, entrando nel Regno da due bande dalla strada di Roma, e si trattennero l'inverno del 1501 nel contorno di Aquino:

Scarica