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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   e la primavera seguente, essendo al fatto d'armi con i Spagnoli appresso di Carigliano essendo similmente capo Consalvo Ferrante, furono i Francesi un'altra volta rotti, e di quei, che restarono vivi una parte per mare tornarono a salvamento in Provenza, ma dell'altra parte, che volessero andare per terra, quasi tutti di disaggio perirono. L'istesso anno 1504 passò a miglior vita la Regina Isabella lasciando erede nei regni suoi, ai quali erano aggiunte l'Isole nuove dell'Oceano occidentale, ritrovate da Cristoforo Colombo Genovese, ed a predetti Re, e Regina con una bolla da Papa Alesandro VI del 1493 concedute, Giovanna sua primogenita, maritata con Filippo d'Austria figlio di Massimiliano Imperatore con condizione vivente il Re Ferrante suo marito, i regni fossero da lui governati. Il che fece per due buoni rispetti. Il primo acciocché unitamente sotto il pacifico governo del prudente Re Ferrante fossero conservati, finché Filippo avesse a governare i stati di Fiandra, pervenuto in età più matura si assuefacesse al governo di Spagna in molte cose diverse da quel di Fiandra. Il secondo amando cordialmente il marito, voleva che si conservasse nella pristina grandezza; regendo, e governando come un corpo medesimo i regni di Castiglia e di Aragona diè avviso il Re al Genero, che si trovava in Fiandra della morte della Regina, e del testamento fatto, e gli mandò alcune navi, acciocché con la moglie se ne fosse venuto in Spagna. S'imbarcò Filippo con Giovanna, e Ferdinando loro secondo genito, ch'era bambino nel principio dell'anno 150(5, avendo da principio prosperi venti; ma essendo poi mutati in avversissimi, stettero tutti a pericolo di perdere la vita, dando in Inghilterra nel porto d'Antona. E riposati ivi alquanto, s'Imbarcarono di nuovo, e con più felice successo, passarono in Spagna. Ed essendo venuto a nuove convenzioni col suocero, che si dovesse partire di Castiglia, e che il R gno di Napoli, sebbene comunemente acquistato fosse suo, e con alcuni altri patti, che a noi non importa saperli, il Re se ne andò in Aragona, ed ivi stando gli venne in pensiero di veder Napoli, onde s'imbarcò in Barcellona ed andò a smontare a Genova, che tu con grandissimo onore ricevuto. Ma non avendo propizio il vento, ed andando sopra galere sottili fu necessario star molli giorni in porto. Onde essendogli dato avviso, che il Re Filippo suo genero era nella Città di Burgos a miglior vita passato, stette in forse di tornare in Spagna a ripigliare

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