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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   il Governo di Castiglia. Ma pure si deliberò di venire prima nel Regno. El avendo vento prospero, s'avviò smontando prima in Gaeta poi in Napoli, ove con grandissima magnificenza, ed onore per l'affezione, che i Napoletani avevano ai Re d'Aragona, fu ricevuto. Ed avendo alcune università avuto ricorso al Re lamentandosi di alcuni portamenti mali dei soldati Spagnoli, che voleano alloggiare a discrezione, fe' molte ordinazioni utili per i Popoli, circa l'alloggiamento degli uomini d'armi, e granattieri, ed i fanti a piedi, comandando, che inviolabilmente fossero osservati. Ed acciocché ciascuno con faciltà le potesse avere, ordinò, che fossero stampate. Fe' poi vedere i conti del Tesoriere maggiore, e le quantità, che ciascuna università era debitrice al regio fisco. E trovando, che l'università nostra dovea grossa somma di denari con una sua lettera sottoscritta di propria mano del di 27 di Settembre 1506, comanda che incontinente l'Università debba pagare tutta la somma, che deve. Smarriti di questa lettera li signori del regimento, ritrovandosi la città esausta per i passati travagli, fe' congregare il parlamento, nel quale fu conchiuso, che si mandassero oratori al Re Colantonio Consorti, e Giovan......... a narrare la miseria della Città, e supplicare la remissione, o almeno dilazione di detto pagamento, ed a domandare la confermazione de' nostri privilegii. Andarono costoro e comparvero avanti al Re (essendo di beila presenza) civilmente vestiti con le zazzare canute ben attillate: e sebbene non ebbero l'accoglienze solile a farsi agii oratori di Teramo dai passati Re di casa Aragona, nondimeno furono con graziosa cera ricevuti. Ed avendo narrate le miserie della Città, i patimenti, i dispendii, ed i danni ricevuti liu dalla venuta di Carlo VIII, al quale due volte s'erano ribellati, e che nella guerra col Re Lodovico, questa Città fu la prima, che alzasse le bandiere della Maestà sua, e i Teramani, seguendo il Conte di Popoli, avevano acremente combattuti con perdita, e morte di molti di loro, il che da Consalvo, ch'era presente fu approvato, il Re per compassione rimise la metà di tutto il debito, che l'università doveva dare, e dell'altra metà fe' dilazione, e si pagasse in tanti panni. Ed avendo anco supplicato, che il Castello di Miano suddito a questa Città, essendo per forza stalo preso da Francesi, era quasi distrutto, e gli abitatori per la maggior parte ammazzati fu per quindici anni fatto franco d'ogni

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