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di Gola Muzio, Giovanni d'Arcangelo, Tomassillo Yerdecchio, Andrea d'Angelo, e due altri, de quali ne meno dei Sindaci ho trovato il nome, i quali ragunaronsi con i principali cittadini furono di parere, mandare di nuovo a Penne a convitare ìa Regina, e subito spedirono i medesimi D. Gregorio, e Marino, ed ebbero in risposta, che di certo si sarebbe trovata in questa Città. Eransi già il reggimento, ed i cittadini preparati di tutte le cose necessarie al vitto, ed aveano fatto adobbare, ed ornare il palazzo d'arazzi del Vescovo per abitazione delle due Regine, Damigelle e Camerieri, e le case dei cittadini per gli altri Signori, e Cortegiani che la seguivano. E perchè nella Città, sebbene c'erano stati Re, e figli di Re non ci era mai stata, che si ricorda, Regina alcuna, per questo i cittadini si deliberarono, di riceverla con quei maggiori onori, trionfi, e feste, che fosse loro stato possibile. Laonde fecero fare un baldacchino nuovo di velluto pavonazzo, guarnito di francie d'oro con l'aste indorate, e nel mezzo dell'ombrella (oltre a molti raggi per intorno) fecero ricamare con Illa d'oro, e di seta l'arma d'Aragona, ch'era tre sbarre per lungo. Fecero anche indorare le due chiavi della Porta Reale, che pareano d'oro massiccio. Similmente fecero guarnire la Porta Reale con festoni di bosso, e d'ellera ben intessute, e con mirabile ingegno accomodate. Ed in cima di detta porta stava l'arme della Regina dipinta in tela assai ricca d'oro, e dalla cima dell'arme, cioè nel mezzo della corona usciva un cornocopia carico di frutti con un motto, En te, et prò te, ed in piede dell'arme con lettere assai maiuscole slava scritto Ingre-etere alma Regina, unica spes nostra in lerris, e nella strada grande prima che si arriva a dirittura della Chiesa di S. Francesco (1) aveva fatto fabbricare un arco trionfale di legname coperto di tela di finissimi colori dipinta, stando alla parte destra la giustizia e la pace in atto di volersi abbracciare con un motto Osculaloe sunt. Ed alla sinistra una donna di viso alquanto maturo con una scrittura attraversata, che diceva Fertililas. AI rovescio di questo arco stavano dipinti alcuni pastori con pecore al lato, e bifolchi, che aravano la terra con motti di grosse lettere Securiicis. A dirittura del palazzo del Governatore, avevano fatte fare uh altr'arco
(1) Oggi S. Antonio di Padova.