![]() ![]() ![]() ![]() |
a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto! a disposizione la copia del volume. [Home Page]
nell'anno 1506 d'immatura morte passò all'altra vita, e dopo la morte di lei Carlo d'Austria suo primogenito, e che il titolo in ogni spedizione, eziandio nelle monete fosse sempre comune. Nel principio dell'anno 1517 morì la Regina Giovanna vecchia, che venne in Teramo, e della quale abbiamo a lungo parlato. E perchè ninno veniva a pigliare possesso della Città, ed il reggimento trovandosi sospeso, mandò due Sindaci a Don Ramondo di Cardone Viceré nel Regno per la Regina Giovanna, e Carlo suo tìglio, il quale con la lettera del 28 Marzo riferisce, che dovesse prestare ubbidienza, e riconoscere per padrona la Regina Giovanna, e Carlo suo figlio nel modo, che aveva fatto per lo passato alla madre della predella Maestà. Onde il maggio seguente mandarono ambasciatori, e sindici il Dottor Giacomo Naticchia, ed il Dottor Francesco Trimonzio a giurar fedeltà, ed omaggio alla predetta Regina, ed ottennero tulle le grazie che seppero domandare nel modo, ch'avevano ottenuto dalla Regina madre, anzi con l'aggiunzione d'alcuni, essendo in tutti i capitoli delle grazie di numero 41. E rescrisse una lettera all'U-niversilà, che merita, esser letta, di questo tenore: « Magnifìcis, no-bilibus, egregiisque Viris ludici Regimini, ei Universitati Civilatis nostra? Terami fìdelibus nostris dileclissimis. Regina Siciiice, et ed. Da noi sono stati li magnifici Sindici di questa nostra Città: e poi d'avere (1) lo debito giuramento di fedeltà, ed omaggio in nome di quella ci hanno supplicate alcune cose, le quali, si per amarla quest'altra Città, che abbiamo, come per non posser deviare dal nostro solito, da noi sono state benignamente esaudite, secondo intenderete, et ne li rirnandamo ben contenti, et satisfatti. E perchè desideratilo, che in questa Città so viva in quiete, et in riposo, e che cessino li odii, e le inemicizie, che secondo senio informati, sono tra alcuni di essa, scriviamo al magnifico Capitano, che si debba tra quelli talmente interpener, che li abbia a ridurre a buona pace, ed a bon vivere, e perciò vi confortamo, a prestarceli omne aiuto, et favor, che serra necessario, continuando in l'affezione, che avite dimostralo alla Maestà della serenissima Signora Regina nostra Madre, e Signora: et fanno l'oilitio, che a boni fedeli, et affe-
![]() |