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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   governatore della Provincia con i suoi uditori a pigliare il possesso per la Regia Corte con lettere commissionali di Don Romando di Cordona Viceré del Regno, con le quali asseriva, ch'essendo piaciuto a Dio richiamare a sò la Regina Giovanna, che fu moglie del Re Ferrante II di buona memoria, e possedendo essa serenissima Regina bene feudali, e demaniali, dove la possessione di quelli divenire in potere della Regia Corte per poter poi maturamente, come di giustizia si conviene provvedere soggiungendo che senza replica alcuna fosse dato il possesso di questa Città all'HIre Governatore ed a magnifici Regii Auditori; e così fu eseguito. Aspettò il reggimento tutto il Settembre, e non vedendo innovare cosa alcuna, sospettando qualche nuova Signoria con approvazione del general parlamento mandò in Napoli per Giovanni Santa Croce, Berardino di Cola Astolfo, e notar Angelo del Monte, ch'era nella Città cancelliere a vita, per intendere a largo, se si faceva alcun motivo in pregiudizio della libertà. E non potendo sapere cosa alcuna, si presentarono avanti al Viceré, dicendo esser mandati dall'Università di Teramo, a prestare il giuramento di fedeltà, ed omaggio alla nuova Regina, e Re, ed a supplicare la confermazione dei privilegii. Fu loro risposto a bocca del Viceré, quel che nella presente lettera vi vó leggere. « Ioanna Regina, et Carolus, Rcx Castel/e Arago-num, utriusque Sicilice ci cet: Magnifici Nobilesque et Egregii Viri fvieles Regii iliiecli. Avemo ricevuta la lettera vostra per li nobili Pier Ioanni B.Tardino, e notar Angelo vostri Sindici, et intesoquanto li predetti Sludici, n'hannoriferito, et narrato por parte di questa Università. E perché duellò non abbiamo risoluta risposta dal cattolico Re nostro Signore, non ne polonio dare risoluta expedi Lione in le cose, che ne supplica te, et in le ins tr ut tione, che detti Sindici ne hanno presentate. Et avuta la risposta del predetto cattolico Re nostro Signore in tutto quello, che si porrà beneficare, et ben trattare questa Università, io farimo. Et interim volimo, che in tutte le cose, che questa Università teneva e godeva in tempo della morte della serenissima Regina, sì del reggimento della (lillà, come de omno altra cosa non ve sia innovala cosa alcuna, finché, per la predetta .Maeslà cattolica, o per noi fosse altramente provvisto, ed ordinalo. E cosi l'ordinamo, e comandarne a tutti, et singoli officiali niaiori, e minori, a chi spetterà, e la presente sarà presentata, che 11011 vi debbano

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