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salii, acciocché la sua regia autori là non venga a diminuirsi, ed in questo aver somiglianza di un ottimo padre di famiglia, il quale cerca non d'alienare il suo patrimonio, ma quello per quanto le sue forze si estendono, accrescere, et aumentare. Nondimeno in certi casi è necessario accomodarsi alla varietà de tempi, e degli accidenti, che nel mondo occorrono. E ritrovandosi Sua Maestà in gran bisogno di danari, come benissimo sapete, per difendere i suoi vassalli dagl'infedeli per lo stato della repubblica cristiana, per la pace, e quiete de' suoi Regni, e specialmente dei Regno di Sicilia diquà dal faro, per convertirli negli slipendii degli uomini d'armi, e de' soldati a piedi che stanno per servizio suo alla difenzione di detto Regno, e per l'armata di mare, che del continuo tiene apparecchiata, per frugare i corsali, e gl'altri infedeli nostri nemici, acciocché i mari, e Regni suoi, siano da loro sicuri; e non potendosi queste cose fare, se non che con grosse somme di danari, ha pensato sua Maestà per non aggravare, ed affaticare i Vassalli del prefato Regno di Sicilia, già esausti, e defaticati per gl'insopportabili pesi delle prossime, e passate guerre, che in esso Regno sono state, ricorrere piuttosto al suo patrimonio, e di quello alcuna parte alienare. Ed avendo mimo Andrea Matteo Acquaviva d'Aragona duca d'Atri suo diletto, e fedel consigliera offerto per se, e per suoi eredi e successori il prezzo di quaranta mila docati di Regno per compra della Città di Teramo posta nella Provincia d'Apruzzo del detto citeriore Regno di Sicilia, e de' suoi castelli, e casali, e territorii, e pertinenze; ed anco per quel che l'Università di detta Città, suoi castelli, e ville per li pagamenti fiscali, ragioni di fuochi, ed ordinario del sale dovesse pagare alla Regia Corte con peso di vassellaggio di delta Città, e sue pertinenze. Non ha voluto da se stesso risolversi, ina quel tanto eseguire che da voi gli sarà consigliato. Risposero i Consiglieri dopo un maturo ragionamento avuto tra loro (non avendo notizia delle nostre ragioni, uè dei privilegi! conceduti alla Città dai retro Re) che stante la necessità di danari, de quali Sua Maestà si trova, esser ben fatto per minor male, per non travagliare i vassalli ricorrere alla vendita di qualche particella del suo patrimonio. E cosi nella detta Città di Vormanzia il dì 16 di Marzo 1521 fu spedito il privilegio in ampia forma della riconcessione, e vendita di questa Città al detto Andrea Matteo, accompagnato però