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Rob. Panni non esser stato ucciso altro sindaco per il viaggio di Napoli, che Marco Raniero per conto dell'Università.
Giul. É vero ch'io non ho fatta menzione d'altri, ma so che Mariano d'Adamo fu anche ucciso per il viaggio di Napoli similmente per tal fatto, e l'ho taciuto per non sapere appuntino il tempo, e la cagione particolare. Solo so, che Gio: Francesco suo figlio per tal causa fu fatto franco dall'Università, e mentre visse, godè tal franchizia. Or tornando al nostro ragionamento, il seguente giorno il reggimento fè radunare il general parlamento, nel quale d'altro non fu trattato, che del già detto mandato: e vi fu principalmente conchiuso, che tutti i cittadini, i quali in detto parlamento fossero stati eletti, o per l'avvenire dai Signori del reggimento a qualsivoglia ufficio, e carico di qual peso si fosse, il dovesse accettare e chi ricusasse non avendo vero, e legittimo impedimento s'estermi-nasse a rumor di popolo dalla Città. E che a niun cittadino fosse lecito partirsi dalla Città senza licenza scritta del reggimento. Poi acciocché le determinazioni fossero segrete, e non bisognasse per ogni incidente radunare il. parlamento, furono eletti dodici cittadini con amplissima potestà, i quali unitamente con sindaci provvedessero ad ogni bisogno per la demanial libertà. I quali dodici (che furono Berardo Forti, Bove Pistillo, Colantonio Conforti, Francesco Trimonzio Dottor di legge, Gio: Francesco di Nardo Muzii, Gio: Pietro Palucci, (f) Gio: Antonio Nochicchia, Gio: Francesco d'Adamo Gio: Andrea di Giacomo, Baldovino,Mariano Iacomelli, Pietro S. Croce, e Piersante Pellicciante) radunati il medesimo giorno in palazzo, elessero secretamente per sindaci, e ambasciatori Syv Cola Bucciarello canonico, e Colantonio di Rapino, dando per loro consigliere il 1). Gio: Angelo, ch'era Giudice del civile, del quale non ho potuto sapere cognome, nè patria, commettendogli, che andassero in Napoli, e solo s'informassero di questo motivo del Duca, e di nuovo si protestassero della brevità del tempo, e senz'altro fare, avessero del tutto ravvisato al reggimento. Si partirono costoro per la via dell'Aquila, e di Popoli, ed erano di molti giorni arrivati in
(1) Troviamo documenti nciia biblioteca comunale di Ascoli Piceno, che ne provano essersi la famiglia Palucci più tardi là trapiantala.