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Storia naturale inorganica della Provincia di Teramo

Antonio Amary
Tipografia Aternina Aquila, 1854, pagine 26

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Aquila, che nei paesi e villaggi situati lungo quel ramo degli Appennini che partisce il I.° dal II.° Apruz-70 Ulteriore, ma da per tutto non produsse alcun detrimento, tranne la caduta di qualche sommità di camino.
   Nel «832 contemporaneamente al tremuoto clie rovesciò parte di Foligno , di Assisi e di altre città della Romagna , in S. Martino comune di Atri , si a-jm una fenditura della lunghezza di circa mezzo miglio e larga mezzo palmo, senza che ei avvertisse da alcuno la menoma scossa terrestre.
   Per amor di brevità tralasciamo far menzione di altri piccoli tremuoti avvenuti in diverse età che non appoitarono danno alcuno a Teramo ed alle altre Città e paesi della nostra provincia (5).
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   Disboscamenlo - Allorquando 1' uomo non ancora aveva posto il piede nel I.° Apruzzo Ulteriore, (re zone di 'boschi adornavano la nostra terra natale ; la prima di faggi « di abeti cingeva dal Tronto all' A-terno le falde de' nostri Appennini, la seconda di querce e di cerri copriva in parte le pendici delle erte colline ; e la terza di pini prosperava sulle sponde dell' Adriatico mare.
   I primi abitatori della provincia Teramana non ardirono por mano alle loro foreste, dal perchè al pari degli altri popoli della favolosa antichità ciecamente . credettero che (alimi 'Dei vegliassero alla custodia delle selve (6j. I potenti ignori che nel medio evo tennero soggette le patrie contrade coi dritti feudali , vollero certamente rispettata T integrità dei loro boschi , avvegnaché nati e cresciuti fra le armi e le stragi non conobbero nei tempi di pace altra dilettevole occupazione che la strepitosa caccia (7).