II AGOSTO MDCCCLXXXV
COMMEMORAZIONE
DI
SALVATORE MUZZI
DISCORSO
DEL
PROF. CESARE ALBICINI
PUBBLICATO PER CURA
DELLA SOCIETÀ DEGL'INSEGNANTI
DI BOLOGNA
BOLOGNA
Società Tipografica Azzoguidi
1885
Signore e Signori! (*)
La Società degl'Insegnanti
commemorando oggi Salvatore Mazzi
adempie ad un pietoso dovere; e
rendendosi interprete de' sentimenti del paese
ripara
quasi direi
ad una dimenticanza. Poiché se la morte dell'uomo egregio
or fa l'anno
produsse rammarico profondo in quanti l'apprezzavano e l'amavano (ed erano
invero
moltissimi) alla memoria di Lui non vennero allora pubblicamente quelle lodi e quelle onoranze che adesso talvolta sogliono a' men che mediocri...
Eppure il Muzzi e come cittadino e come scrittore e come educatore aveva benemeritato assai della patria!
Esso apparteneva a quella modesta schiera di operosi
di valenti e di buoni che senza vani lenocini
senza boriose parvenze recano durevoli benefici. Non gli splendori corruscanti del genio
ma i miti soli fecondanti di primavera!
La Società degl'Insegnanti più conformemente al proprio istituto intende poi nel Muzzi
autore di tante e sì svariate opere utili ed importanti
onorare anzitutto l'educatore...
Poiché amorosa e costante cura dell'ottimo Salvatore si fu cogli scritti suoi indirizzare al bene i fanciulli e
siccome gli pareva meglio
a mozzo de' sensi e della fantasia
svolgere rette idee nelle loro teneri menti
informare a virtù i loro candidi cuori. I più giovani di voi ricordano certamente con quanto piacere leggevano quelle care Novelline che formano pur tuttora la delizia di tanta parte de' nostri bimbi... Così l'Italia ebbe nel Muzzi il suo canonico Schmidt e Bologna più specialmente salutò in esso il suo Pietro Thouar.
(*) Si è creduto opportuno pubblicare anche le poche parole dette dal prof. G. C. Mattioli
Vice-Presidente della Società degl'Insegnanti
all'aprirsi della Commemorazione.
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